La Serbia è uno dei paesi d’Europa che maggiormente subisce gli effetti del climate change: alluvioni e perturbazioni di eccezionale intensità si alternano ormai regolarmente a siccità e desertificazione. Ma c’è un lato nascosto di questa medaglia: grazie all’aumento delle temperature, le condizioni per il settore vitivinicolo sono migliorate.
Negli ultimi anni, varietà prima presenti solo in aree più miti – come lo Shiraz, un vino iraniano che ama i climi secchi – stanno dando raccolti inattesi. “La variazione nell’acidità e nelle percentuali di alcool migliorano anche la qualità dei vini rossi, in una terra dove tradizionalmente si coltivavano solo uve bianche” sostengono le ricercatrici dell’Università di Belgrado, che monitorano il fenomeno.
Ma gli effetti apparentemente positivi di questo trend rischiano di essere un fuoco fatuo. I cambiamenti son così rapidi che spesso i grappoli maturano con i semi ancora verdi, senza contare l’incremento di gelate primaverili e grandinate che spesso compromettono i raccolti di intere annate.
Marco Carlone