Le accuse di brogli circolate all'indomani del referendum sul presidenzialismo dello scorso anno, vinto di misura dal “sì” sostenuto da Recep Tayyip Erdoğan, hanno lasciato in Turchia lunghi strascichi. Su tutte, ha pesato la convalida delle schede senza timbro ufficiale. Una pratica stigmatizzata dagli osservatori dell'Osce. Una pratica che però, nel voto anticipato di domani, 24 giugno, sarà di nuovo possibile, dopo l'approvazione di una controversa riforma del regolamento elettorale. E i timori sulla trasparenza del voto non finiscono qui: si va dall'allontanamento delle urne dal sudesta maggioranza curda all'utilizzo di funzionari filogovernativi come presidenti di seggio.
Turchia, Erdoğan e gli altri candidati
È in questo contesto che dal 2014 l'associazione ‘O y ve Ötesi’ (Il voto e oltre) ha lanciato una sfida inedita in Turchia: il monitoraggio indipendente delle urne. Stavolta, puntano a coinvolgere centomila sentinelle antibrogli. Una mobilitazione civica, parallela a quella dei rappresentanti di lista dei partiti, con un unico obiettivo: restituire ai turchi la fiducia in un voto democratico.
Cristoforo Spinella