Sessanta milioni di cittadini turchi sono chiamati a votare domenica. Le elezioni saranno un vero e proprio test per il presidente Recep Tayyip Erdogan e per il Partito giustizia e Sviluppo (AKP) i quali sperano, mantenendo il consenso, di legittimare le politiche attuate negli ultimi anni.
Tra i temi caldi della campagna elettorale: il conflitto curdo e la volontà di Ankara di impedire la creazione di uno stato indipendente del Kurdistan. Dalla rottura della tregua con il PKK, quasi 3 anni fa, la Turchia compie regolarmente incursioni aeree nelle zone curde dell'Iraq, e per mesi è infuriata l’offensiva contro i curdi siriani nella regione di Afrin.
Dall'RG
Altro argomento al centro dei dibattiti elettorali: la crisi economica, che il presidente ha cercato in tutti i modi di coprire spostando l’attenzione sulla questione dei flussi migratori e sull’intervento militare in Siria. Dopo aver cercato di trasformare la Turchia in una potenza economica con una politica fatta di prestiti statali agevolati e grandi opere infrastrutturali pubbliche, il deficit è salito ad oltre 50 miliardi e l’inflazione è volata all’11%.
Elezioni in Turchia
Telegiornale 22.06.2018, 22:00
Una elezione ricca di incognite
Otto i partiti ammessi alle elezioni, di cui quattro già presenti in parlamento, tra cui il turco-curdo Partito democratico dei Popoli (HDP ), il cui candidato premier Selahattin Demirtas si trova in carcere con l’accusa di terrorismo. Se l'HDP riuscisse a superare la soglia di sbarramento, e se il Partito della giusta causa (CHP) dovesse raggiungere il 30-35% di consensi, una vittoria dell’AKP di Erdogan al ballottaggio potrebbe non essere scontata.
Recep Tayyip Erdogan
Il timore di brogli elettorali e i possibili scenari del periodo post-elezioni rendono questa chiamata alle urne ricca di incognite: gli effetti di una recrudescenza del conflitto curdo potrebbero avere conseguenze anche al di fuori del paese.
ATS/Bleff
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