C'è un'innovazione tecnologica, tra quelle presentate al Nano World Fair di New York che ha fatto letteralemnte impazzire il pubblico. È Bina48, un robot umanoide ad intelligenza virtuale che i ricercatori del Martine Rothblatt's Terasem Movement hanno lasciato interagisse con il pubblico.
È stato un dibattito unico dove a rispondere alle domande degli oltre 4000 appassionati c'era un robot in grado di riconoscere e sintetizzare le voci umane, formulare risposte di senso compiuto e di registrarle nella propria coscienza digitale.
Il progetto che ha portato Bina48 alla luce è cominciato nel 2010. L'idea è quella di registrare su un computer diverse esperienze umane (vere e proprie emozioni, ma anche pareri, pensieri politici, aspirazioni) prima di trasferire il tutto ad una intelligenza artificiale. Ciò che ne è scaturito è appunto Bina48 (acronimo di Breakthrough Intelligence via Neural Architecture 48) una robot di mezza età con la passione per i temi di ecologia e un'amore sfrenato per la città di New York.
Sembra quasi si tratti di un'attrazione da circo, ma di fatto Bina è il primo passo verso un trasferimento delle competenze, anche emozionali, dagli esseri umani alle macchine. L'esempio spesso citato dal creatore di Bina, David Hanson, è emblematico: perché non affidare la mia coscienza politica, ad esempio, ad un robot? Ossia, perché non insegnare alla macchina il nostro personale punto di vista e lasciare che sia il robot ad occuparsi di tutto il resto?
Riccardo Ferraris