Lugano vorrebbe essere una città turistica estiva, con i commerci sempre aperti, un po' come Ascona, ma ancora non è riuscita a diventarlo.
Perché un conto è battere i pugni sul tavolo e chiedere una maggiore liberalizzazione per rilanciare commerci e turismo. Altro è - una volta ottenuta questa possibilità, grazie alla legge sui negozi - cambiare le proprie abitudini e mettere in pratica i buoni propositi. Impegnarsi 7 giorni su 7. E farsi conoscere, promuovendo la nuova destinazione turistica domenicale presso il grande pubblico.
Va detto che la nuova legge sugli orari di apertura dei negozi è entrata in vigore il 1° gennaio del 2020. E poco dopo, a marzo, il Ticino è stato colpito dalla pandemia di coronavirus con conseguenti chiusure. Certamente questo non ha aiutato.
"La legge è entrata in vigore da un anno circa e quindi siamo ancora in una fase embrionale di questo processo", ammette il presidente del Commercianti luganesi Rupen Nacaroglu. "Ci sono gli entusiasti. E ci sono quelli più restii: per difficoltà economiche, di personale o finanziarie - aggiunge -, ma il nostro scopo resta quello di portare più persone possibile ad aprire".
"Noi siamo sempre aperti. E siamo contenti. Gi incassi sono aumentati", spiega Marco Lucchetti della Art Gallery di Piazza Cioccaro, uno degli storici sostenitori della liberalizzazione sulle aperture. "Ed è una questione di abitudini", prosegue. "Ci vorrà del tempo, ma anche gli altri lo capiranno".
Joe Pieracci