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May favorita, ma...

Elezioni britanniche: i Tory si presentano in vantaggio, ma senza la maggioranza oceanica messa a preventivo

  • 8 giugno 2017, 07:58
  • 23 novembre, 05:25
02:35

Elezioni britanniche: l'analisi del politologo James Mitchell - di Lorenzo Amuso

RSI Info 08.06.2017, 07:30

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Si annunciava come la campagna elettorale più scontata e prevedibile. Dall’esito già scritto. Un copione che avrebbe dovuto avere come epilogo la vittoria a valanga dei Conservatori. Con annessa incoronazione politica per la Premier Theresa May. L’abile stratega che dopo aver negato per un anno il ricorso alle urne, a poche settimane dall’attivazione dell’Articolo 50 indiceva le elezioni anticipate. Un annuncio sorprendente che coincideva con il punto più basso della storia recente dei Labour, staccati oltre 20 punti, e spaccati tra la base movimentista schierata al fianco del leader Jeremy Corbyn e la rappresentanza parlamentare.

Theresa May

Theresa May

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Tattica elusiva

Fin da subito la strategia elettorale della May appariva chiara. Minimizzare i contatti con il pubblico, evitare i dibattiti con gli altri candidati, riassumere il senso di queste consultazioni nella necessità di ottenere un mandato forte (ovvero una legittimazione popolare) in vista dei negoziati con Bruxelles. “Per una leadership forte e stabile”, lo slogan scelto dalla Prima ministra, addirittura sfuggente in queste ultime sei settimane. Potendo già contare su un ampio e rassicurante vantaggio, la scelta elusiva era soprattutto conservativa, per limitare i rischi di gaffe o scivoloni.

Jeremy Corbyn

Jeremy Corbyn

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Troppe giravolte

Ma neppure l’inespugnabile cordone di consiglieri e addetti stampa che l’ha accompagnata ovunque ha potuto scongiurare quella che già ora - ben prima dei risultati finali - è giudicata “una campagna disastrosa”. Costellata di giravolte, smentite, risposte pre-confezionate ripetute meccanicamente. E più chiedeva un voto sulla fiducia, e meno la Premier appariva sicura e autorevole. Nel mentre Corbyn risaliva nei sondaggi, sorprendendo tutti con qualità comunicative e fiuto politico che fin lì in pochi gli riconoscevano.

Vittoria dimezzata

Al giorno del voto i Tory si presentano ancora in vantaggio, seppur ridotto ad una manciata di punti. Restano loro i favoriti, ma senza una maggioranza oceanica. E già questo è sorprendente se si considera il programma - ad ispirazione socialista - presentato dai laburisti che prevede la nazionalizzazione di ferrovie, acqua ed energia. Un ritorno al passato, in una nazione che deve immaginare il suo futuro fuori dall’Unione Europea. Toccherà dunque a Theresa May condurla attraverso i difficili perigli della Brexit. Fiducia sì, ma non incondizionata.

Lorenzo Amuso

DAL TG12:30:

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