Il suono delle sirene: è questo il ricordo che i ventenni serbi conservano di una delle più tristi pagine della storia del loro Paese. Il 24 Marzo 1999 gli aerei della NATO iniziano a bombardare Belgrado, per fermare la pulizia etnica voluta dal presidente serbo Milosevic contro la popolazione albanese del Kosovo. I raid aerei durano 78 giorni, provocano macerie, distruzione ed oltre 2.500 vittime tra i civili.
I bambini di allora sono i giovani di oggi, cresciuti all’interno di uno scacchiere dei Balcani molto diverso da quello dei loro genitori. Ancora adesso la Serbia continua a non riconoscere il Kosovo come uno Stato di diritto, nonostante quest’ultimo abbia dichiarato la sua indipendenza nel 2008.
“Ricordo che quando il suono delle sirene si interrompeva, mio padre mi prendeva in braccio e mi portava nei sotterranei”, racconta Katarina che ai tempi dei raid aerei aveva solo quattro anni ed oggi lavora come receptionist in un albergo nei pressi della stazione ferroviaria della capitale serba. Quando si è troppo piccoli per cogliere la drammaticità di quel che ci circonda, quando i “grandi” sono bravi a non far trasparire la paura, ecco che rimangono le percezioni, le sensazioni, i suoni. A quasi vent’anni dall’attacco NATO, alcuni giovani serbi provano a rivivere i giorni dei bombardamenti, ed il suono delle sirene di Belgrado riecheggia nell’aria.
Romina Vinci