"Siamo a un passo dalla catastrofe naturale". È la sentenza emessa da ricercatori francesi a metà marzo quando hanno reso pubblici i dati di due studi realizzati separatamente, ma che giungono alle medesime conclusioni: "Negli ultimi 15 anni la popolazione di uccelli in campagna è diminuita di un terzo".
Una tendenza che si è registrata in tutto il mondo occidentale. Gli studiosi affermano che questo impoverimento è da imputare all’intensificazione delle attività agricole e all’uso di prodotti chimici, in particolare insetticidi, per aumentare la produzione
Anche in Ticino è stato registrato lo stesso fenomeno. Roberto Lardelli, ornitologo e presidente di Ficedula, ci ha illustrato uno studio realizzato nei vigneti e nelle zone boschive nelle vicinanze (50 metri) di queste coltivazioni.
Negli ultimi 30 anni , in queste aree, c’è stata la sparizione del 30% delle specie. Tra gli uccelli più colpiti, il santimpalo, ora presente solo in altitudine. Nonostante i viticoltori siano sensibili al tema, queste specie soffrono l’impoverimento della biodiversità: i campi ordinati, i muri cementati, rendono il loro habitat meno ospitale.
La tabella dei luoghi dov'è stato realizzato lo studio
Gli uccelli insettivori, ancor più di quelli che si cibano di semi, si ritrovano con meno cibo. Gli uccelli possono essere essenziali anche per contrastare gli insetti considerati "alieni". Nonostante un’iniziale reticenza nel volerli mangiare per il loro gusto non abituale, ci spiega Lardelli, con il tempo sono in grado di ripulire i campi e sgravare i coltivatori dall’usare altri prodotti chimici. In fondo spesso, allearsi con la natura, risulta la scelta vincente.
Alessandra Spataro
Per i più curiosi: uno studio simile condotto in Trentino