Mohammad, quando è arrivato in Bangladesh aveva dieci anni. "Ho visto persone annegare davanti ai miei occhi, e ho visto molte altre cose orrende che ricordo perfettamente e che sono ancora un trauma dentro di me. Siamo sopravvissuti in pochi nel tentativo di superare i confini con il Myanmar". Mohammad oggi ha quasi 16 anni. È un giovane di etnia rohingya, la minoranza di religione islamica sottoposta anni fa ad una vera e propria pulizia etnica. Per lui, rifugiato in uno dei 34 campi gestiti da UNHCR nel territorio di Cox Bazar, in Bangladesh, non ci sono molte alternative.
Il Governo locale si sta adoperando per deportare i rohingya nell’isola di Bashan Char. Ma la famiglia di Mohammad non ha accettato e lui deve affrettarsi ad imparare un mestiere per potere mantenersi nel campo. Per farlo, ha aderito ai programmi di sviluppo dell’organizzazione svizzera Helvetas, che forniscono agli adolescenti gli strumenti per trovare un lavoro in futuro come elettricisti o sarte e integrarsi nella comunità bangladese.