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Swaziland, qui regnò l'AIDS

Il 27% della popolazione del piccolo regno è infetta e un'intera generazione è stata cancellata - Restano, a piangerla, 150 mila orfani

  • 1 dicembre 2019, 07:43
  • 22 novembre, 20:35
03:16

L'HIV e gli orfani di Bulembu

RSI/Lorenzo Simoncelli 01.12.2019, 08:45

Oggi, 1. dicembre, è la giornata mondiale contro l'AIDS, indetta per accrescere la consapevolezza dell'epidemia mondiale dovuta al virus dell'HIV che, fino ad oggi, ha fatto oltre 25 milioni di morti. Proprio per questo noi, oggi, vi portiamo nello Swaziland (ora eSwatini).

Alcuni degli orfani durante una lezione all'asilo di Bulembu in Swaziland

Alcuni degli orfani durante una lezione all'asilo di Bulembu in Swaziland

  • ©Lorenzo Simoncelli

Lo Swaziland è lo Stato con il maggiore tasso di HIV/AIDS al mondo. Nonostante i progressi fatti dalla monarchia, coadiuvata dalle Ong internazionali, nel piccolo Paese al confine con il Sudafrica, il 27% della popolazione (1,2 milioni di persone) è infetta. Qui l’epidemia dei primi anni Duemila ha cancellato un’intera generazione lasciandosi alle spalle 150mila orfani.

Alcuni di loro hanno trovato rifugio a Bulembu, una tenuta al confine con il Sudafrica, ex città fantasma dell’amianto ed oggi gestita dalla non profit Swaziland Ministries. I neonati vengono trovati spesso abbandonati nelle foreste. Una volta arrivati a Bulembu vengono accuditi da assistenti sociali che li crescono come propri figli. «È doloroso veder crescere bambini senza genitori – spiega Nomsa Matsebula, una delle assistenti sociali che lavora a Bulembu - soprattutto quelli che hanno la stessa età dei miei figli. Nonostante il nostro affetto, i genitori sono insostituibili».

Vita a Bulembu

Njabulo Vilakati, oggi 19enne, orfano di padre, è arrivato piccolissimo a Bulembu, ed ha fatto tutto il percorso educativo fino a diplomarsi. «Il Governo ha lavorato fianco a fianco con le Ong internazionali per fermare l’epidemia di HIV – spiega Vernon Puttkammer, direttore della Comunità di Bulembu -. Negli ultimi 5 anni la crisi di HIV si è stabilizzata, ma c’è ancora molto da fare in Swaziland».

Lorenzo Simoncelli


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