Il 2 dicembre di 75 anni fa Enrico Fermi e i suoi collaboratori dell’Università di Chicago accendevano la loro pila atomica, capace di generare una reazione nucleare a catena autoalimentata e controllata. La prima della storia.
Il reattore era stato costruito in segreto sotto le tribune di uno stadio dell’ateneo in stato di abbandono. Era formato da un nocciolo di uranio e blocchi di grafite, con barre di sicurezza in cadmio utili per evitare che la reazione diventasse esplosiva.
Negli Stati Uniti lo storico anniversario è celebrato in queste settimane con una mostra che presenta lo scienziato romano, considerato infallibile dai colleghi dell’epoca, come il papà della fisica.
A 15 lustri di distanza si continua intanto a puntare sull’atomo, ma da una prospettiva completamente diversa, con l’obbiettivo di ottenere energia pulita riproducendo le reazioni di fusione nucleare che alimentano le stelle. Il progetto sta prendendo forma a Cadarache, nella Francia meridionale ed è di questi giorni la notizia che è iniziato il trasporto dall’Italia dei suoi 18 giganteschi magneti.
ANSA/dg