Secondo la Commissione di ascolto, conciliazione, arbitrato e riparazione (CECAR), l’indagine ordinata dal Vaticano sul presunto insabbiamento di abusi sessuali in seno alla Chiesa svizzera, resa nota nei giorni scorsi, non dovrebbe essere condotta da un sacerdote.
Sylvie Perrinjaquet, presidente della CECAR, l’organo romando indipendente che riceve le testimonianze delle vittime di abusi sessuali in ambito ecclesiastico, ha definito la decisione* di affidare l’inchiesta al vescovo di Coira, monsignor Joseph Bonnemain, un “errore”.
Bonnemain dovrà esprimersi in merito ai suoi colleghi, che conosce da decenni. “È una pessima soluzione”, ha dichiarato la presidente della CECAR, citata oggi dal quotidiano neocastellano Arcinfo.
È una pessima soluzione
Sylvie Perrinjaquet, presidente della CECAR
Perrinjaquet, mette in evidenza il “culto della segretezza” vigente all’interno della Chiesa. I suoi rappresentanti “vivono continuamente in questa atmosfera di riservatezza”, sottolinea la presidente aggiungendo che gli esponenti ecclesiastici “non si rendono conto che ad un certo punto bisogna smettere di negare e riconoscere che gli abusi nei confronti dei bambini all’interno della Chiesa sono una realtà”.
L’ex consigliera nazionale neocastellana invita i responsabili ad assumersi le proprie responsabilità. “Ma non stanno prendendo alcuna decisione”, afferma. “In Vallese, ci sono preti pedofili in pensione che continuano a celebrare la messa”, dichiara Perrinjaquet.
*La designazione di Mons. Bonnemain è stata presa dal Dicastero romano competente, non dalla Conferenza dei vescovi svizzeri (CSV). La CVS ne ha preso nota, non essendo responsabile né competente di tale scelta, presa secondo le regole canoniche vigenti
Curia sconcertata dal rapporto su abusi
Il Quotidiano 13.09.2023, 19:00