Svizzera

“Mutilazione genitale dalla nonna, senza anestesia”

La testimonianza di una vittima - In Svizzera si stima ci siano più di 24’000 ragazze e donne mutilate (o a rischio di essere sottoposte alle pratiche che ledono la salute fisica e psichica)

  • 07.02.2024, 05:52
  • 07.02.2024, 14:29
03:05

Mutilazioni, la testimonianza

Telegiornale 06.02.2024, 20:00

Di: TG/RSI Info 

In Svizzera si stima ci siano più di 24’000 donne e ragazze vittime o a rischio di mutilazioni genitali. Proprio ieri (martedì) anche il Canton Zurigo ha aperto un servizio di consulenza, che va ad aggiungersi alla rete di centri già presenti in quasi tutti i cantoni, Ticino e Grigioni compresi. Ad aiutare nella creazione del centro zurighese c’è stata anche una giovane donna di origine etiope, lei stessa vittima, da bambina, di mutilazione genitale.

Lei è Sara Aduse, 32enne arrivata in Svizzera nel 2004. Aveva sette anni quando, in Etiopia, subì una mutilazione genitale. Avvenne a casa della nonna. “Mia nonna mi aveva detto: oggi è un giorno speciale, diventerai donna. Riceverai un regalo, sarai festeggiata. Io ero felicissima. Mi dicevo che stava per succedere qualcosa di bellissimo. Poi mi hanno mutilata... Ho avuto una paura terribile, in quel momento. Quattro donne mi tenevano ferma. Senza narcosi, senza niente. Mi tagliano un pezzo di carne. Io allora lo chiamavo così. Oggi so che è qualcosa d’altro. Non capivo perché mia nonna permettesse un dolore del genere” racconta alla RSI.

Solo sei anni fa Sara Aduse inizia a rielaborare il trauma, che aveva a lungo rimosso. Riesce a trasformare tutta la rabbia che aveva accumulato in sé in energia positiva per lottare contro le mutilazioni genitali. Ha scritto un libro sulla sua esperienza, ha creato una sua fondazione attiva in Svizzera e in Etiopia, per impedire che altre bambine subiscano quello che ha subito lei e offre la sua consulenza alle vittime. “Il sostegno alle donne è estremamente importante, soprattutto quando arrivano in Svizzera con la procedura d’asilo. Molte di loro sono state mutilate in modo brutale, anche con l’infibulazione, hanno dolori quando vanno in bagno, quando hanno le mestruazioni. Non sanno nulla delle possibilità che ci sono in Svizzera, dei loro diritti. Hanno bisogno di informazioni, di essere accompagnate, perché non si fidano più di nessuno... Molte donne vengono da me e mi dicono di apprezzare il fatto che io parlo così apertamente, dicono che è bello sapere che ci sono possibilità di cura, di vedere che c’è la speranza di vivere una vita felice e anche sessualmente appagante.”

Sara Aduse nel 2019 è voluta tornare in Etiopia per incontrare chi l’aveva mutilata, per dialogare con la nonna, per cercare di capire. Ne è nato un documentario. Un’esperienza difficile, un passo necessario. Oggi dice di aver anche ritrovato fiducia in se stessa, la serenità. ”Sarebbe sbagliato dire che non mi sento mai triste o arrabbiata, ma ora quello che ho vissuto da bambina non decide più della mia vita, non ha più potere su di me. Gestisco le mie emozioni, ho una maggiore consapevolezza di me stessa” conclude.

02:28

Mutilazioni genitali femminili diffuse anche in Svizzera

Telegiornale 06.02.2022, 21:00

12:55

Mutilazioni genitali femminili

Il Quotidiano 06.02.2018, 20:00

rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare