Svizzera

“Non drammatizziamo i tagli americani!”

Intervista all’ex consigliere federale Joseph Deiss - Gli europei devono compensare i fondi congelati e battersi per il rispetto del diritto internazionale

  • Ieri, 14:32
06:57

I timori di Ginevra sul suo ruolo internazionale

SEIDISERA 13.02.2025, 18:00

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Di: Lucia Mottini, Corrispondente RSI in Svizzera romanda

Il vero problema della Ginevra internazionale non sono i tagli americani, ma la mancanza di rispetto del diritto umanitario”. L’ex consigliere federale friburghese Joseph Deiss sdrammatizza la situazione della Ginevra internazionale, per quanto riguarda i pesanti tagli nei fondi americani e l’annuncio del prossimo ritiro di Washington dall’Organizzazione mondiale della sanità. Per lui il vero problema è l’assenza di rispetto delle regole internazionali.

L'ex capo del DFAE nel 2010, quando ricoprì la carica di presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite

L'ex capo del DFAE nel 2010, quando ricoprì la carica di presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite

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Joseph Deiss, è stato consigliere federale tra il 1999 e il 2006. Il rappresentante dell’allora Partito Popolare Democratico è stato tra i promotori dell’adesione della Svizzera all’ONU e ha anche presieduto l’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2010-2011.

È preoccupato per i segnali che giungono da Washington?

La rimessa in discussione di USAID da parte di Trump è l’espressione del suo slogan “America first”. Ma non bisogna drammatizzare la situazione. Non è la prima volta che, per esempio, gli Stati Uniti lasciano l’OMS - e l’OMS continua a esistere! Bisogna che gli europei e tutti gli altri facciano uno sforzo per far funzionare questi organismi, anche senza gli americani. Non dobbiamo essere totalmente dipendenti dagli Stati Uniti: ne abbiamo i mezzi e le possibilità”.

Washington annuncia grossi tagli, ma non è la sola : anche la Svizzera - con il programma di risparmio - taglia ad esempio i fondi a UNAIDS o all’UNESCO, come ha deciso il Parlamento. E sta considerando possibili tagli al museo della Croce Rossa...

“Questo non significa che mettiamo in discussione il nostro impegno per le relazioni internazionali, l’azione umanitaria o la Ginevra internazionale! È vero che ci sono dei settori (penso al Comitato internazionale della Croce Rossa, dove la Svizzera non è il principale donatore) in cui dovremmo chiederci se veramente il nostro impegno finanziario corrisponda a quanto ci si potrebbe aspettare dai nostri discorsi. Ma il problema è più vasto! Sono rimasto scioccato quando un anno fa a Ginevra hanno chiuso gli uffici dell’ONU per due o tre settimane per risparmiare sul riscaldamento. Era l’espressione della letargia di tutti i Paesi membri nel pagare i contributi all’ONU”.

A cosa serve l’ONU se una buona parte dei suoi membri non rispetta più la Carta?

Joseph Deiss, ex consigliere federale

Joseph Deiss, stiamo assistendo a un declino della Ginevra internazionale?

Più grave delle finanze di queste organizzazioni - molto più importante! - è la decadenza, il degrado del rispetto del diritto internazionale. A cosa serve l’ONU se una buona parte dei suoi membri non rispetta più la Carta? A cosa servono le Convenzioni di Ginevra se i diritti umani sono calpestati attualmente su molti campi di battaglia?”

Lei ha citato il CICR come un organismo che merita un maggior sostegno da parte della Svizzera. Ho capito giusto?

Penso che il nostro impegno debba essere focalizzato su alcuni elementi essenziali. Nel mondo intero, la Croce Rossa, che ha origine in Svizzera, è presente dove ci sono questioni umanitarie: come attualmente per la consegna degli ostaggi. Dobbiamo sostenere gli elementi che fanno parte del nostro patrimonio, senza restrizioni”.

I tagli decisi a Berna nel settore dell’aiuto umanitario compensano in parte il maggiore sforzo fatto invece in ambito militare. È una scelta legittima in questo momento di grande instabilità internazionale?

È legittimo che la Svizzera rispetti l’equilibrio delle finanze. Ma non si possono mettere i diversi aspetti in relazione così diretta. Dico che oggi, con un budget militare inferiore allo 0,8 % del PIL, il nostro Paese non è in grado di difendersi. Ma il pericolo è che si risparmi nei settori dove c’è meno resistenza: se si taglia all’aiuto allo sviluppo gli echi dai Paesi toccati sarà debole. Non è un buon modo quello di cercare di risparmiare soprattutto nell’aiuto allo sviluppo ma penso che si possa avere una maggiore disciplina finanziaria in molti settori”.

2002: la Svizzera è il 190esimo membro dell'ONU Kaspar Villiger (a sin.) e Joseph Deiss vengono accolti da Kofi Annan

2002: la Svizzera è il 190esimo membro dell'ONU Kaspar Villiger (a sin.) e Joseph Deiss vengono accolti da Kofi Annan

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Le finanze - lei dice - non sono un problema insormontabile. Cosa dovrebbe fare la Svizzera e Ginevra per mantenere alta la considerazione per questa sede dell’ONU e di tante organizzazioni che molti Paesi vorrebbero a casa loro?

Occorre fare in modo che questo luogo di incontro mondiale sia sempre efficace: e questo è il compito di Ginevra e della Svizzera. Non dobbiamo pensare solo a quanto questo possa essere redditizio. Mi ha fatto piacere che questo spirito di “luogo di dialogo” sia sempre nella testa delle persone. Anche il consigliere federale Albert Rösti dell’UDC, ha proposto l’altro giorno a Parigi che Ginevra sia un luogo dove si discuta di Intelligenza Artificiale. La Ginevra internazionale è questo: essere a disposizione della comunità mondiale, come capitale dei diritti umani ma anche su altri temi come il commercio o il disarmo”.

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