A più voci sull'accordo quadro

I gruppi parlamentari del PLR e dei Verdi si sono espressi oggi, sabato, sull'accordo quadro istituzionale fra Svizzera e Unione Europea.

La "frazione" liberale-radicale, riunitasi ieri e oggi a Engelberg (OW) si è pronunciato a favore dell'intesa, parlando di un "sì della ragione" in funzione del prosieguo della via bilaterale.

Alle discussioni incentrate sul dossier ha preso parte il consigliere federale PLR Ignazio Cassis, responsabile del DFAE.

Il partito, inoltre, non formula alcuna richiesta di trattative supplementari. Ciò non avrebbe senso, ha dichiarato il capogruppo Beat Walti, dal momento che Bruxelles esclude tale eventualità. Determinati aspetti, indica però il gruppo, impongono precisazioni: soprattutto per quel che concerne la direttiva UE sulla cittadinanza, la protezione salariale e la cosiddetta clausola "ghigliottina", che lega fra loro i Bilaterali I e che per l'UE non è negoziabile.

Verdi: un accordo da rinegoziare

Per parte sua il gruppo parlamentare dei Verdi ritiene che l'accordo vada rinegoziato, e segnatamente per quanto attiene la tutela dei salari.

"L'attacco contro le misure di accompagnamento minaccia il sistema di partenariato sociale e la protezione salariale in Svizzera", dichiara in una nota la consigliera nazionale ecologista Sibel Arslan. Il partito è convinto che l'intesa sia rinegoziabile: Berna potrebbe fare concessioni nell'ottica di un'armonizzazione fiscale e di un potenziamento dell'assistenza amministrativa.

A detta degli ecologisti l'intesa ha comunque anche elementi positivi, come la tutela dello spazio alpino e il meccanismo - definito tale da rispettare la democrazia diretta - volto a risolvere le vertenze fra Svizzera e UE.

ATS/ARi