L'accordo quadro fra Svizzera e Unione Europea continua a far discutere. E al dibattito adesso si aggiungono anche le voci degli ex consiglieri federali. Un fatto significativo visto che in genere tendono a non esprimersi su questioni di attualità. A rompere il ghiaccio è stato Kaspar Villiger, favorevole all'accordo, sebbene non giudicato “ideale”.
Alla sua opinione si aggiunge ora quella di Ruth Dreifuss (PS), che ai microfoni dei colleghi della SRF spiega: "La Svizzera dovrebbe dire sì. Io credo che sia un buon accordo ed è stato negoziato con fatica. Ci sono alcuni punti naturalmente in cui si possono ancora fare progressi per essere sicuri che anche la protezione dei salari sia salvaguardata." E secondo l'ex consigliera federale ed ex sindacalista questo è possibile, a patto di prevedere più ispettori del lavoro e contratti di lavoro generalizzati: "Compiti che si può assumere la Svizzera stessa, da sola".
Persino l'ex consigliere federale Christoph Blocher (UDC) non è del tutto contrario all'accordo: “Siamo favorevoli a un accordo quadro ma non accettiamo che l'Unione europea decida senza chiede il parere del popolo – spiega –. E vogliamo semmai un tribunale arbitrale che alla fine decida senza una corte di giustizia europea”.
Per Ruth Metzler (PPD), invece, l'accordo è utile non solo per le grandi aziende ma anche per le piccole medie imprese: anche loro hanno infatti bisogno di chiare relazioni con l'UE. “Personalmente sono convinta che dovremmo approvare questo accordo perché ci aiuterebbe a stabilizzare i nostri rapporti con l'UE e a ripristinare la certezza del diritto”, spiega.
Infine, anche per Pascal Couchepin (PLR) è arrivato il momento di dire sì. Si può sempre rinviare il dossier, spiega l’ex ministro, “ma penso che ormai sia una perdita di tempo e di energie. Forse alcuni dettagli potrebbero ancora essere migliorati ma i negoziati sono finiti”.
Gli ex consiglieri federali hanno insomma le idee chiare: ora toccherà ai loro partiti e ai loro colleghi in carica prendere una posizione.