Svizzera

Accordo quadro, i pareri "degli ex"

Dreifuss, Blocher, Metzler e Couchepin: i già consiglieri federali interpellati in merito alle relazioni Svizzera-UE

  • 17 febbraio 2019, 23:08
  • 22 novembre, 22:57
02:37

Accordo quadro, parlano gli ex consiglieri federali

Telegiornale 17.02.2019, 21:00

Di: TG/ludoC 

L'accordo quadro fra Svizzera e Unione Europea continua a far discutere. E al dibattito adesso si aggiungono anche le voci degli ex consiglieri federali. Un fatto significativo visto che in genere tendono a non esprimersi su questioni di attualità. A rompere il ghiaccio è stato Kaspar Villiger, favorevole all'accordo, sebbene non giudicato “ideale”.

Alla sua opinione si aggiunge ora quella di Ruth Dreifuss (PS), che ai microfoni dei colleghi della SRF spiega: "La Svizzera dovrebbe dire sì. Io credo che sia un buon accordo ed è stato negoziato con fatica. Ci sono alcuni punti naturalmente in cui si possono ancora fare progressi per essere sicuri che anche la protezione dei salari sia salvaguardata." E secondo l'ex consigliera federale ed ex sindacalista questo è possibile, a patto di prevedere più ispettori del lavoro e contratti di lavoro generalizzati: "Compiti che si può assumere la Svizzera stessa, da sola".

Persino l'ex consigliere federale Christoph Blocher (UDC) non è del tutto contrario all'accordo: “Siamo favorevoli a un accordo quadro ma non accettiamo che l'Unione europea decida senza chiede il parere del popolo – spiega –. E vogliamo semmai un tribunale arbitrale che alla fine decida senza una corte di giustizia europea”.

Per Ruth Metzler (PPD), invece, l'accordo è utile non solo per le grandi aziende ma anche per le piccole medie imprese: anche loro hanno infatti bisogno di chiare relazioni con l'UE. “Personalmente sono convinta che dovremmo approvare questo accordo perché ci aiuterebbe a stabilizzare i nostri rapporti con l'UE e a ripristinare la certezza del diritto”, spiega.

Infine, anche per Pascal Couchepin (PLR) è arrivato il momento di dire sì. Si può sempre rinviare il dossier, spiega l’ex ministro, “ma penso che ormai sia una perdita di tempo e di energie. Forse alcuni dettagli potrebbero ancora essere migliorati ma i negoziati sono finiti”.

Gli ex consiglieri federali hanno insomma le idee chiare: ora toccherà ai loro partiti e ai loro colleghi in carica prendere una posizione.

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