Il nuovo accordo sull'imposizione dei frontalieri, raggiunto un anno fa fra Berna e Roma, ha superato il primo scoglio parlamentare: il Consiglio degli Stati ha infatti accettato l'intesa con 43 voti favorevoli e un solo voto contrario. L'intesa prevede che ai nuovi lavoratori frontalieri venga trattenuto l'80% dell'imposta alla fonte. Una modalità che dovrebbe permettere alle autorità svizzere di incassare un po' più soldi e di ridurre il dumping salariale.
Il patto si applicherà pienamente dopo un periodo transitorio di 10 anni. Il consigliere agli Stati ticinese Marco Chiesa, ha invano chiesto di sospendere la discussione per tentare di avere maggiori garanzie dall'Italia sui prossimi importanti dossier: la sua proposta è stata respinta per 34 voti a 7 (2 astensioni). Il dossier passerà ora al Consiglio nazionale che, come gli Stati, dovrebbe dare il via libera all'intesa tra i due Paesi.