Il Consiglio federale ha discusso oggi, venerdì, dell’iniziativa popolare “Contro l’esportazione di armi in Paesi teatro di guerre civili” e ha dichiarato di "comprendere le richieste, ma di non ritenere opportuno inserirle nella Costituzione"; per questo il Governo è propenso ad affiancare un controprogetto all’iniziativa.
Controprogetto che è stato inviato in consultazione oggi e in due varianti. La prima prevede il mantenimento della prassi attuale, che andrebbe però trasposta nella legge sul materiale bellico: le domande di esportazione in Stati che violano sistematicamente e in modo grave i diritti umani potrebbero dunque essere ancora autorizzate ma solo se il rischio che armi e componenti siano utilizzato per commettere gravi violazioni di tali diritti fosse minimo. Il Governo potrebbe inoltre concedere autorizzazioni eccezionali.
La seconda variante è più restrittiva dato che non prevede eccezioni per gli Stati che violano sistematicamente e gravemente i diritti umani. L'Esecutivo non potrebbe inoltre concedere permessi in deroga.
Il CN respinge l'iniziativa sulle armi
Telegiornale 12.03.2020, 13:30
Oltre 126'000 firme in soli sei mesi
L'iniziativa, che ha raccolto 126'355 firme valide in soli sei mesi, vuole fissare nella Costituzione il diritto per Parlamento e popolo di avere voce in capitolo nella vendita all'estero di materiale bellico. Attualmente tale competenza spetta esclusivamente al Consiglio federale.
Esportazioni di armi in crescita
Telegiornale 03.03.2020, 13:30
L'iniziativa prende spunto dalla revisione dell'ordinanza sulle armi proposta - e poi abbandonata - dal Consiglio federale, che avrebbe consentito alla Svizzera di esportare armamenti anche verso Paesi teatro di conflitti interni. Un'alleanza trasversale anti-export si era formata con esponenti di PS, Verdi, Verdi liberali, borghesi-democratici, evangelici, ambienti ecclesiastici, sindacati e organizzazioni umanitarie.