Le esportazioni di materiale bellico dalla Svizzera sono nettamente aumentate. Rispetto al 2018, lo scorso anno le aziende elvetiche hanno esportato materiale da guerra per un valore di 728 milioni di franchi verso 71 paesi.
Stando ai dati forniti martedì dal Segreteria di Stato dell’economia (SECO), si tratta del 43% in più rispetto all’anno precedente. Nel 2018 le esportazioni di materiale bellico si attestavano a 510 milioni di franchi, 218 in meno rispetto allo scorso anno. L’incremento si spiega con tre grandi forniture destinate a Danimarca, Romania e Bangladesh.
I veicoli blindati figurano tra gli articoli più venduti (41,1%), seguiti da munizioni (23,5%), componenti per la guida di veicoli (11,6%), armi generiche (8,4%) e componenti per aerei da combattimento (7,6%).
L’importante incremento delle vendite di armi all’estero registrato nel 2019 ha suscitato la reazione del Gruppo per una Svizzera senza esercito, che ha accusato la Confederazione di alimentare numerosi conflitti vendendo materiale bellico a “Paesi che non rispettano i diritti dell’uomo, come il Bangladesh, il Bahrein o il Pakistan”.
Secondo l’associazione, la vendita di armi è contraria ai principi della promozione della pace difesi dalla Svizzera.
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