Il Consiglio federale, pur comprendendo il desiderio dei promotori di contribuire a un mondo più pacifico, invita il Parlamento a respingere l'iniziativa popolare del Gruppo per una Svizzera senza esercito "Per il divieto di finanziare i produttori di materiale bellico".
Secondo il Dipartimento federale dell'economia, Berna fa già abbastanza proibendo il finanziamento delle armi atomiche, biologiche e chimiche nonché delle munizioni a grappolo e delle mine antiuomo.
L'iniziativa, forte di 104'612 adesioni, vuole vietare alla Banca nazionale svizzera e alle casse pensione di investire nelle imprese che realizzano oltre il 5% del loro giro d'affari annuo con la fabbricazione di materiale bellico. Inoltre, la Confederazione dovrebbe esigere determinate condizioni da banche e assicurazioni. Sostengono l'iniziativa i giovani Verdi, il PS e una quarantina di organizzazioni.
Il Governo teme che importanti ripercussioni negative sull'economia: alcuni produttori potrebbero dislocare le loro operazioni non potendo più ottenere crediti da istituti elvetici. Ne risentirebbe, inoltre, la sicurezza dell'approvvigionamento dell'esercito.