L’odierno “Black Friday”, c’è da scommetterci, spingerà moltissime persone a fare acquisti, con l’idea di accaparrarsi merce a prezzi stracciati. Per alcuni si tratta però di una tentazione pericolosa. Anche lo shopping infatti può creare dipendenza. Ma come capire quando l’acquisto diventa patologico, in una società consumistica?
“La nostra società è basata sul fatto che bisogna spendere: tutto è fatto affinché si spenda comprando, comprando oggetti e sogni”, spiega al Radiogiornale Nicolas Bonvin, psicologo e collaboratore di Ingrado nell’ambito delle dipendenze comportamentali.
Si acquista dunque per appagare un desiderio, ma a volte le aspettative vengono deluse. Si entra in un circolo vizioso. “E non sopportiamo più, alla lunga, il fatto di essere frustrati, non riusciamo più a gestire la frustrazione e dunque siamo spinti in maniera quasi incontrollabile a comprare ancora. Il fatto di comprare dà una grande soddisfazione sul momento e cura per un attimo quella mancanza”, continua lo psicologo.
E così cervello cerca di ricreare continuamente le situazioni che gli hanno dato benessere: “Lui crede che sia una buona idea, perché funziona bene. Ogni volta che sto male compro e dopo per un po’ sto bene. Questa parte del cervello non ha la capacità di vedere le conseguenze future”. Conseguenze come il senso di colpa, e l’indebitamento.
“Per uscirne dobbiamo imparare a conoscere le situazioni a rischio, e preparare delle risposte più intelligenti, quando arriveranno queste situazioni”, conclude Nicolas Bonvin.
Secondo le inchieste degli ultimi anni, tra il 4 e il 5% dei cittadini svizzeri soffre di dipendenza da shopping. Tuttavia, secondo Nicolas Bonvain, buona parte del problema resta sommerso.