Informazioni sui titolari di quasi 10'000 conti presso il Credit Suisse, per un ammontare di oltre 6,6 miliardi di euro. Le ha chieste la guardia di finanza italiana alla Svizzera.
L'istanza, secondo una nota diffusa oggi, giovedì, prende le mosse dagli esiti dall'inchiesta coordinata dalla procura di Milano e conclusasi lo scorso anno con un patteggiamento da parte dell'istituto di credito "per la responsabilità ai sensi della legge in relazione al reato di riciclaggio".
Nell'ottobre del 2016, la banca aveva annunciato di aver trovato un accordo con le autorità italiane e si era impegnata a pagare quasi 110 milioni di franchi.
Credit Suisse: "indagini chiuse"
Con riferimento a tale accordo, Credit Suisse sostiene di ritenere "chiuse" le indagini delle autorità italiane in merito alle sue attività transfrontaliere. Lo afferma l'istituto di credito in un proprio comunicato.
"Il 14 dicembre del 2016", si legge nella nota, "le autorità giudiziarie italiane competenti hanno approvato l'accordo stipulato a ottobre 2016". Tale approvazione "ha sancito la conclusione delle indagini (...) relative alle attività 'cross-border' italiane di Credit Suisse, per il periodo che va dal 2008 al 2015".
Problemi anche negli USA
Intanto, negli Stati Uniti, una ex responsabile di Credit Suisse si è riconosciuta colpevole, dinanzi ad una corte federale nello Stato della Virginia, di aver preso parte ad un vasto programma finalizzato ad aiutare clienti americani a frodare il fisco, dissimulando i loro averi in conti segreti. La donna rischia fino a cinque anni di carcere.
Red.MM/ARi