Svizzera

"Con l'UE c'è ancora da discutere"

Ueli Maurer ha dichiarato che per l'approvazione dell'accordo quadro "sono necessarie importanti trattative supplementari"

  • 6 gennaio 2019, 15:33
  • 22 novembre, 23:19
00:41

Not 15.00 del 6.1.2019 - L'opinion di Maurer sull'accordo quadro

RSI Info 06.01.2019, 16:13

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Di: ATS/TG/Bleff 

Il neo presidente della Confederazione, Ueli Maurer, intende avviare ulteriori trattative sull'accordo quadro con Bruxelles. Nell'intervista rilasciata a TeleZüri ha spiegato che oggi, a livello nazionale, l'intesa non verrebbe approvata, e ha giudicato opportuno procedere a nuove consultazioni.

01:10

RG 18.30 del 06.01.2018 Il servizio di Paola Latorre

RSI Info 06.01.2019, 20:17

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A margine di un incontro elettorale dell'UDC, il presidente ha affermato che "ad oggi l'accordo quadro non sarebbe approvato dal punto di vista della politica interna. Sono necessarie importanti trattative supplementari". "Ora è il momento delle consultazioni, bisogna capire dove effettivamente ci sono delle differenze di vedute. Nascerà quindi un dossier che porteremo ancora una volta a Bruxelles, chiedendo di parlarne", ha aggiunto Maurer.

A metà dicembre il commissario europeo Johannes Hahn aveva escluso, parlando coi media, ulteriori trattative. Il Consiglio federale aveva invece reso noto che se le attuali discussioni dovessero fallire se ne riparlerà al più presto da metà 2020.

Discussioni interne al PS

02:15

Rapporti con l' UE, se ne discute nel PS

Telegiornale 06.01.2019, 13:30

Le parole di Ueli Maurer hanno interrotto il periodo di apparente attesa silenziosa della politica svizzera sull'accordo quadro con l'UE iniziato da quando il Consiglio federale si è espresso un mese fa. I partiti non sembrano aver voglia di entrare nei dettagli di questo dossier. Alcuni voci isolate si stanno però facendo sentire, come quella di alcuni socialisti che, in nome del pragmatismo, chiedono di non fissare linee rosse da non oltrepassare per quanto riguarda le misure di accompagnamento. "Non dobbiamo immischiarci in discussioni che riguardano ad esempio la regola degli 8 giorni, che potrebbero essere solo 6 o forse 4. Dobbiamo trovare soluzioni pragmatiche. E in questo il ruolo dei partner sociali è importante. Ma se si rifiutano di entrare nella discussione, per questioni di principio, allora non arriveremo a nessuna soluzione", spiega ai microfoni SSR lo zurighese Daniel Jositsch che fa parte della "Piattaforma riformista all'interno del PS".

La sua è una posizione in contrasto con quella dei vertici del PS e dell'area sindacale. "Noi non crediamo in un ammorbidimento delle misure di accompagnamento", sottollinea il capogruppo alla Camere federali Roger Nordmann aggiungendo: "E' fondamentale che vengano mantenute intatte e che i controlli siano accurati, altrimenti l'erosione dei salari sarà inevitabile. E se i salari svizzeri si abbassano, questo non succede al costo della vita nel nostro paese, che rimane agli attuali alti livelli".

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