"È una decisione svizzera, ma se la Svizzera decide di farlo salverà delle vite". Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, intervistato in esclusiva per la RSI da Tomas Miglierina, ha parlato dei rapporti tra il nostro Paese e l’Alleanza Atlantica. Ma ha spiegato anche il suo concetto di neutralità e il ruolo oggi dell'Alleanza atlantica.
La Svizzera ha ribadito il suo no alla riesportazione di materiale bellico verso l’Ucraina. È un problema per la NATO?
"Questa è una decisione - risponde Stoltenberg - che deve prendere la Svizzera, ma per me è importante che capiate che c’è un urgente bisogno di munizioni, e in particolare di munizioni per la difesa aerea, come quelle che produce la Svizzera. Ogni giorno delle persone muoiono perché non sono in grado di abbattere droni e missili della Russia. Il vostro aiuto, le munizioni svizzere, permetterebbero di proteggere la popolazione ucraina dalla guerra brutale della Russia".
La Svizzera vuole avvicinarsi alla NATO. Non si parla di adesione, come in Svezia o Finlandia, ma di cooperare un po’ di più. La questione delle armi potrebbe creare problemi con alcuni alleati?
"Siamo aperti ad una cooperazione più stretta con la Svizzera e lo siamo stati anche prima della guerra. Deve deciderlo la Svizzera, noi siano pronti ad avere un partenariato più stretto. Appezziamo già che la Svizzera stia lavorando con gli alleati NATO in Kosovo, che aiuti a garantire pace e stabilità nei Balcani occidentali. Lavoriamo insieme, participando ai nostri esercizi, sulla difesa informatica. Noi, se la Svizzera vuole, siamo pronti a fare di più. Naturalmente rispettando pienamente la neutralità, è una vostra decisione. Ma la mia idea di neutralità non significa che sei indifferente alle sfide che vediamo nel mondo".
Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, 63 anni
Condannando l’aggressione alla Russia, la Svizzera ha ripreso per la prima volta le sanzioni, Ma collaborando sempre più strettamente con un’alleanza militare, cosa rimane della neutralità? O lei ritiene che sia un concetto superato?
"Io rispetto la posizione svizzera come rispettiamo quella di tutti i paesi neutrali con cui lavoriamo strettamente: l’Austria, ma anche Svezia e Finlandia. Io penso che possiamo approfondire la relazione, ovviamente è la Svizzera che deve decidere. La NATO non forzerà mai nessun Paese a violare i suoi principi. Ma si può cooperare di più e restare neutrali, Svezia e Finlandia lo hanno dimostrato".
Il governo ha proposto, per esempio, di fare esercitazioni congiunte, anche in Svizzera. Sarebbe davvero possibile? In passato non tutti erano contenti di avere dei paesi non NATO alle esercitazioni, specie quelle nel quadro dell'articolo 5, la legittima difesa collettiva...
"Ma abbiamo svolto questi esercizi con Svezia e Finlandia, quando erano paesi neutrali, per molti anni, quindi è possibile. Abbiamo trovato modo di fare queste cose, anche gli esercizi articolo 5, con paesi non membri dell’alleanza. Ancora una volta, se c’è un desiderio da parte svizzera possiamo sederci e discutere gli aspetti pratiici. Ogni anno abbiamo dei grandi esercizi e i partner possono partecipare se vogliono".
State discutendo sempre di più con Paesi che non sono nella NATO. Con la Georgia che vorrebbe aderire, la Moldavia che è neutrale e la Bosnia che è ancora un caso diverso. Qual è la vostra strategia…
"La strategia è che questi Paesi non sono alleati, ma sono sotto forte pressione da parte della Russia, dobbiamo lavorare maggiormente con loro e sostenerli come partner. La Georgia vuole l’adesione, la Moldova ha la neutralità nella Costituzione e noi rispettiamo entrambi gli approcci. Spetta a loro decidere cosa vogliono fare. Ma dobbiamo aiutarli a resistere alla pressione russa. E se c’è una cosa che abbiamo imparato dalla guerra in Ucraina è che è meglio sostenerli ora, prima che Mosca aumenti le azioni aggressive contro di loro".
Tre anni fa il presidente francese Macron disse che l’Alleanza Atlantica era in stato comatoso. Cosa può dire tre anni dopo?
"Si è visto che la NATO è più importante che mai. Con una guerra in pieno corso in Europa, ci serve una forte alleanza transatlantica, tra Nord America ed Europa. Gli alleati europei stanno facendo molto, ma senza l’aiuto di Stati Uniti e Canada saremmo molto meno in grado di sostenere l’Ucraina nel suo diritto a difendersi. La guerra non ci ha sorpreso, eravamo pronti quando è cominciata in febbraio, perché in realtà il conflitto è iniziato nel 2014, quando la Russia ha annesso illegalmente la Crimea ed ha cominciato a controllare l’est del Donbas".
Dal 2014, conclude il segretario generale Stoltenberg, "la NATO ha compiuto il suo maggior adattamento dai tempi della guerra fredda: allerta rapida, aumento delle truppe sul fianco sud, aumento delle spese per la difesa. In un mondo più pericoloso dobbiamo investire nella nostra sicurezza. Cosi si preserva la pace. La NATO non opera per provocare conflitti, ma per prevenirli. Fino a quando a Mosca sapranno che un attacco ad un membro provocherebbe una risposta di tutta l’alleanza, non saremo attaccati. La deterrenza è il modo di prevenire la guerra e mantenere la pace".