Potrebbe arrivare dal Canton Berna la soluzione tecnica per il rilascio del covid-pass che le autorità federali vogliono introdurre entro l'estate. Lo scrivono i media svizzerotedeschi, secondo i quali il software attualmente utilizzato per la registrazione delle vaccinazioni potrebbe fungere da base per tutta la Svizzera. Da Berna, in realtà, si tira leggermente il freno, ma è pur vero che il programma sta per essere introdotto anche nel Canton Zurigo.
Il pasticcio informatico scoperto dietro al libretto di vaccinazione elettronico "mievaccinazioni.ch" non ha nulla a che vedere con il futuro certificato Covid che da giugno, attestando vaccinazioni e test, dovrebbe agevolare viaggi e partecipazioni ad eventi. Questa la rassicurazione dell'altro ieri arrivata dall'Ufficio federale della sanità pubblica, il quale però non ha aggiunto molto sulle caratteristiche di questo passaporto covid-free.
I riflettori d'Oltralpe si sono intanto accesi su VACme, il software usato dal Canton Berna per registrare le vaccinazioni effettuate e prenotate dai cittadini. Elaborato da un'azienda fondata 44 anni fa e già sostenuta (o diretta) in passato da personalità ai vertici dei club di calcio e Hockey Young Boys e SCB, è indicato come potenziale base su cui sviluppare il certifcato.
"E' stato introdotto perché volevamo sapere quali e quante dosi vengono somministrate a chi e in quale momento - spiega alla RSI il portavoce del Dipartimento della sanità bernese, Gundekar Giebel. È dunque interessante per il modo strutturato in cui vengono classificati i dati".
Lo stesso programma viene inoltre già usato per la distribuzione dei buoni per la custodia dei bambini. Ma qual è la differenza fra questa piattaforma cantonale e quella del libretto delle vaccinazioni elettronico, facilmente hackerata?
"Il sistema "mievaccinazioni" è stato concepito come un archivio che raccoglie i dati provenienti dai vari software cantonali (evidentemente previo consenso dei cittadini) e non sappiamo cosa sia successo. Il nostro sistema, spiega Giebel, funziona a moduli che potrebbero essere programmati sotto forma di certificato".
Gli interrogativi sono però ancora molti, a iniziare dal salvataggio dei dati (che a Berna è centralizzato in un server, aspetto che la legge Covid non ammette). D'altra parte il Cantone aggiunge: "Noi non abbiamo mai detto che la Svizzera ha bisogno del nostro software ma solo che abbiamo una certa esperienza maturata sul campo e che mettiamo a disposizione il nostro know-how. L'importante è sconfiggere la pandemia e quindi lavorare tutti insieme per tirar fuori il nostro meglio".
L'interesse resta comunque alto, tant'è che il Canton Zurigo sta per introdurre lo stesso programma.