Svizzera

"Credit Suisse, USA contenti della soluzione"

Intervista all’ambasciatore statunitense Scott C. Miller: "Ci sono stati contatti, ma nessuna pressione" - Incomprensione invece sul divieto di riesportare armi

  • 24 marzo 2023, 20:00
  • 20 novembre, 11:40
09:32

L'intervista completa all'ambasciatore statunitense Scott C. Miller, di Davide Paggi

RSI Info 24.03.2023, 19:42

  • RSI
Di: Davide Paggi/TG 

L’ambasciatore statunitense Scott C. Miller ha risposto ad alcune domande del Telegiornale in merito all'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS e sulle questioni che gravitano attorno alla neutralità svizzera e al divieto di riesportare armi elvetiche in Ucraina: ecco alcuni stralci dell’intervista, la versione integrale si trova nel video in apertura.

La Svizzera mette a rischio oltre 200 miliardi per salvare UBS: qualcuno pare abbia detto a Karin Keller-Sutter: “Lei ha salvato il mondo”… è soddisfatto di questa soluzione?

"Siamo contenti che tutti gli attori, gli stakeholder sono arrivati a una soluzione per Credit Suisse. Le conseguenze di un fallimento di Credit Suisse sarebbero state enormi e dure per i mercati finanziari, quindi siamo lieti che sia stata trovata una soluzione”

Il Financial Times ha parlato di una grande pressione sulla Svizzera, in particolare dagli USA. Quanto è stata forte questa pressione?

"Non ho percepito una pressione particolare qui a Berna. Vista la dinamicità e la velocità della situazione, non c'è stata pressione da parte mia o della mia squadra.

Ci sono però stati contatti e chiamate tra la segretaria al tesoro Janet Yellen e la ministra Karin Keller-Sutter...

"Posso immaginare che la segretaria Janet Yellen abbia seguito la situazione molto intensamente. Ogni ministro del tesoro americano è normale si preoccupi della salute dei sistemi finanziari globali. Posso quindi immaginare che queste chiamate tra colleghe ci siano state".

Ma si può parlare di pressione?

"Gli Stati Uniti rispettano la capacità della Svizzera di gestire queste situazioni finanziarie complesse. Non penso serva pressione, anche se immagino che la consigliera federale e la segretaria al Tesoro si siano chiamate”

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In Svizzera ci sono molti fondi russi, la Svizzera sta facendo abbastanza per cercare e congelare gli averi russi?

"Con i nostri alleati europei stiamo cercando di trovare i fondi di russi sanzionati. Secondo i dati forniti l'anno scorso dall’ associazione delle banche svizzere, oltre 100 miliardi si trovano in Svizzera. Non sono tutti soldi sotto sanzione certo, ma credo che possiamo ancora fare molto per identificare - attraverso società e holding - i beneficiari di questi averi."

Il Consiglio federale non permette di riesportare armi in Ucraina ai vostri alleati. Capisce questa posizione, basata su aspetti di neutralità?

“È una grande domanda, ci sono molti colloqui e discussioni su questa questione. Gli Stati Uniti capiscono la neutralità svizzera al 100%. Abbiamo invece delle difficoltà a capire il perché ai nostri alleati non sia permesso di riesportare armi acquistate in Svizzera dieci-quindici anni fa. Gli Stati Uniti sono preoccupati per la sicurezza dell'Europa e della possibilità dell'Ucraina di difendersi. Occorre ricordare com'è iniziata questa guerra: la Russia ha invaso con la forza l'Ucraina e l'Ucraina deve potersi difendere. Secondo me e secondo gli Stati Uniti il divieto di riesportazione favorisce l'aggressore, impedendo a Kiev difendere sé stessa, la sua popolazione e le sue infrastrutture."

Il presidente Alain Berset ha parlato di “ubriacatura bellica” (parole che ha poi ammesso avrebbe potuto scegliere con più accortezza, ndr). Un suo commento?

"L'ultima volta che ho parlato con Alain Berset era a gennaio. Non ha espresso questa idea con me. Ecco quello che penso: io vado a dormire ogni notte a Berna nella mia casa confortevole, pensando ai 16 milioni di ucraini che non hanno questo lusso. È un fatto che c'è una guerra in Europa ed è per questo che dobbiamo fare il possibile per continuare a sostenere l'Ucraina affinché la gente possa tornare a casa e ricostruire il loro Paese... Non voglio discutere se c'è una distanza tra la Svizzera e gli Stati Uniti, perché questa distanza non c'è. La Svizzera è nostra amica... e penso che il presidente Berset ha chiarito che - con le sue parole - non intendeva provocare danni o distanza con gli Stati Uniti"

Alain Berset e Scott C. Miller in una foto scattata a gennaio 2023 550992920_highres.jpg

Alain Berset e Scott C. Miller in una foto scattata a gennaio 2023

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