Il tracollo di Credit Suisse (CS) ha ulteriormente accentuato il declino della piazza bancaria elvetica a livello internazionale. È quanto rileva oggi la NZZ am Sonntag, citando le indicazioni del Global Financial Centres Index.
Secondo questo indice, che rappresenta la più autorevole graduatoria della competitività dei centri finanziari mondiali, Zurigo si colloca ora solo al 20esimo posto, dietro alle piazze di Francoforte, Parigi e Sydney. Ginevra occupa quindi la 23esima posizione. Dieci anni fa, a titolo di raffronto, le due piazze elvetiche si situavano invece al quinto e rispettivamente al settimo posto nel mondo.
"Una piazza finanziaria ha tutto da guadagnare nel disporre di un grande mercato interno", osserva in proposito l'ideatore dell'indice Mike Wardle, esperto finanziario londinese. Per questa ragione, aggiunge, "è in genere più difficile per un Paese piccolo come la Svizzera raggiungere i primi posti" nella graduatoria. L'indice in questione si basa su 150 indicatori e sulle valutazioni di 10'000 professionisti del ramo finanziario.
Le nuove dimensioni di UBS creano timori
Intanto, segnala Le Matin Dimanche, le dimensioni di UBS dopo l'acquisizione del CS sono sproporzionate rispetto alle risorse della Svizzera. Tanto che un ipotetico fallimento farebbe sprofondare il Paese nella recessione.
Superano infatti i 750 miliardi di franchi i depositi dei risparmiatori di UBS che potrebbero essere rapidamente ritirati. Ciò corrisponde quasi alla ricchezza prodotta ogni anno in Svizzera, il cui prodotto interno lordo si avvicina agli 800 miliardi. Jean-Pierre Danthine, già vicepresidente della Banca nazionale (BNS) raccomanda quindi di rafforzare la vigilanza sulle banche, sottolineando che "non deve esserci alcun dubbio sulla solvibilità di UBS".
Ma mentre da più direzioni si chiede che l'entità svizzera del CS sia scorporata dal resto del gruppo, e dotata di autonomia, il management di UBS non intende farsi dettare i suoi orientamenti dalla sfera politica. La direzione della banca, indica il Sonntagsblick, non vuole quindi affrancarsi dalle attività svizzere del CS. "Gran parte di ciò che è stato detto è propaganda elettorale da parte di politici, che non hanno alcuna idea delle attività bancarie", ha dichiarato al domenicale un alto dirigente di UBS.
Credit Suisse, Keller Sutter difende il suo operato
Telegiornale 25.03.2023, 12:30
Salvataggio Credit Suisse: le responsabilità della politica
RSI Info 24.03.2023, 17:55
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