Un 20enne e una 19enne, fratello e sorella, sono comparsi in aula lunedì a Winterthur perché accusati di sostegno all'autoproclamato Stato islamico: nel dicembre 2014 si erano recati in Siria passando per la Turchia, quando erano ancora minorenni. Il dibattimento (la sentenza è attesa per il prossimo anno) si è svolto a porte chiuse e i giornalisti sono stati ammessi solo alla fase degli interrogatori, durante le quale i due imputati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, con rare eccezioni nel caso del ragazzo. Ai giudici si sono presentati con la barba corta e i capelli raccolti lui, con jeans attillati e giacca alla moda lei, che ai tempi girava per strada velata.
Per l'accusa, i due si radicalizzarono frequentando moschee che diffondevano un'interpretazione conservatrice del Corano. La tesi difensiva è invece che entrambi operarono per un'organizzazione ostile all'IS. L'esperienza siriana durò poco: nell'aprile del 2015 chiamarono il padre, chiedendogli di facilitare il loro rientro. A partire fu però la madre, che alloggiò con loro per qualche tempo fino a quando il ritorno non si concretizzò, in dicembre. All'atterraggio a Zurigo li attendevano le manette.
Il tribunale dei minorenni chiede per loro pene di 11 e 12 mesi con la condizionale.
Ex membri dell'ISIS a processo
Telegiornale 03.12.2018, 21:00