Dopo 33 anni la Svizzera dispone nuovamente di un’ambasciata in Iraq. La precedente rappresentanza fu chiusa nel 1991 a causa della guerra del Golfo. Il Consiglio federale intende così rafforzare le relazioni bilaterali con quel Paese e intensificare la collaborazione nei settori dell’economia, della sicurezza e della migrazione.
Dopo anni di gravi conflitti interni, negli ultimi tempi la situazione legata alla sicurezza in Iraq è migliorata. Il Paese sta imboccando una fase di sviluppo economico e svolge sempre più spesso un ruolo importante quale mediatore, costruendo ponti tra attori internazionali. Negli scorsi anni, per esempio, si è puntualmente impegnato a favore della pace e della sicurezza nella regione.
Oggi gli Stati che dispongono di una propria ambasciata a Baghdad sono più di 50, tra cui anche Austria, Francia, Germania e Italia.
Nel 2021 il consigliere federale Ignazio Cassis si era recato a Baghdad per farsi un’idea della situazione, e la riapertura dell’ambasciata è stata uno dei temi dell’incontro con il suo omologo iracheno. Nell’autunno del 2023 le Commissioni della politica estera delle Camere hanno infine dato il via libera per procedere con il progetto.
Con la nuova rappresentanza diplomatica si intende consolidare le relazioni bilaterali con l’Iraq, potenziare la collaborazione nel campo dell’economia, della sicurezza e della pace e rappresentare maggiormente gli interessi della Svizzera. Grazie alle sue risorse energetiche e alla diversificazione economica, l’Iraq offre interessanti possibilità di esportazione e investimento a lungo termine per le aziende svizzere. Un’ulteriore priorità per la Svizzera è la cooperazione in materia di migrazione.
La nuova rappresentanza svolgerà soprattutto compiti di natura politica e diplomatica. Per quanto riguarda gli affari consolari e le richieste di visto per la Svizzera da parte di cittadine e cittadini iracheni, continuerà a essere responsabile l’Ambasciata di Svizzera ad Amman, capitale della Giordania.

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