Donne in pensione a 65 anni e aumento dell'imposta sul valore aggiunto di 0,7 punti percentuali al massimo sono le misure salienti che il Consiglio federale propone d'adottare per risanare le casse dell'assicurazione vecchiaia e superstiti.
I provvedimenti, presentati mercoledì dal responsabile del Dipartimento dell'interno Alain Berset, hanno come obbiettivo il mantenimento dell'attuale livello delle rendite, garantendo l'equilibrio finanziario; nel contempo si vuole rendere più flessibile l'età della quiescenza e incentivare il proseguimento dell'attività lucrativa.
RG 18.30 del 3.7.2019 Il servizio di Mattia Serena
RSI Info 03.07.2019, 20:47
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Disegno di legge e relativo messaggio verranno elaborati per la fine di agosto poiché la volontà è quella di procedere in tempi brevi. Le modifiche previste comporteranno misure di compensazione che si estenderanno sull'arco di nove anni e che costeranno 700 milioni di franchi. L'estensione dell'età di riferimento avverrà progressivamente. Sarà inoltre possibile decidere liberamente quando riscuotere il vitalizio tra i 62 e i 70 anni.
Piovono critiche
La riforma, così come prospettata dal Governo, divide.
In primis fanno discutere le misure previste per compensare il contemplato aumento dell'età di pensionamento delle donne: né la destra, che le ritiene troppo costose, né la sinistra, che le giudica insufficienti, sembrano disposte a dare il loro assenso; socialisti e Unione sindacale, ad esempio, considerano inaccettabile che sia unicamente questa categoria a pagare il prezzo del risanamento dell'AVS.
Il padronato, in linea di massima favorevole all'altra proposta a condizione di ridurre la spesa, protesta invece soprattutto per l'intenzione di maggiorare l'IVA, ciò che rischia di compromettere l'andamento economico e di pesare enormemente sui cittadini.
Meno negative, se non dichiaratamente favorevoli, sono le reazioni di popolar-democratici e liberal-radicali.
ATS/dg