Le esportazioni svizzere di materiale bellico hanno subito una diminuzione del 18% a 742,8 milioni di franchi lo scorso anno, rispetto al 2020. Le consegne sono avvenute in 67 paesi: la principale acquirente è stata la Germania che si è interessata sostanzialmente di munizioni (spesa: 123,4 milioni). Seguono, Danimarca, Stati Uniti, Romania e Botswana. È quanto afferma la Segreteria di Stato dell’economia.
Il 40% delle consegne riguardavano veicoli blindati e il 25% munizioni e parti di munizioni. Per quanto riguarda invece materiale vario, come per esempio gilet di protezione o sistemi di visione notturna, vi è stato un aumento delle esportazioni per un totale di 58 milioni di franchi (nel 2020 erano stati 45).
Dove va il materiale bellico
L’industria di materiale di guerra, secondo il Centro di ricerca privato BAK Economics (dati 2019), dà lavoro a 4'972 persone nella Confederazione. Se si aggiungono anche i beni a uso civile, quasi si raddoppia, a 9'589 impieghi concentranti sostanzialmente nella Svizzera centrale.
Le armi esportate dalla Svizzera
Telegiornale 25.03.2022, 13:30