La Svizzera non può contare su un prezzo fisso per i nuovi aerei da combattimento. Lo sottolinea il Controllo federale delle finanze (CDF) nel suo rapporto sul programma Air2030, che include anche l’acquisto dei nuovi F-35A.
Il CDF ha fatto una valutazione dei rischi finanziari, rilevando che non c’è la garanzia legale di un prezzo fisso, ossia un importo forfettario ai sensi della giurisprudenza svizzera. L’Ufficio federale dell’armamento (armasuisse), viene anche invitato a chinarsi sulle spese di manutenzione per l’intero ciclo di vita dei jet, che non possono essere determinate con certezza.
Trattative segrete con la Francia
La scelta degli F-35A statunitensi, il 30 giugno dello scorso anno, è stata preceduta da una serie di trattative segrete tra Berna e Parigi, secondo quanto svelato da SRF. La settimana precedente, il Consiglio federale aveva chiesto a Ueli Maurer di ottenere conferma dal ministro degli esteri francese Bruno Le Maire, di benefici sul piano politico se fosse stato deciso l'acquisto dei Rafale.
Botta e risposta sugli F-35
Telegiornale 08.07.2022, 22:00
Le Maire aveva promesso, in caso di scelta dei caccia francesi, la cessione di una quota maggiore del gettito fiscale proveniente dai salari dei frontalieri (3,5 miliardi in 10 anni) e un maggiore sostegno da parte di Parigi sui dossier europei.
La decisione di optare per i jet statunitensi aveva portato a un gelo nelle relazioni tra Svizzera e Francia, per il quale la consigliera federale Viola Amherd aveva accusato i colleghi Maurer e Cassis di aver negoziato alle sue spalle. Ora sembra fosse al corrente delle trattative, dato che era stato lo stesso Consiglio federale a incaricare il direttore del Dipartimento delle finanze di cercare una conferma a Parigi.
Radiogiornale delle 12.30 del 01.07.2022: le considerazioni di Gian Paolo Driussi, corrispondente RSI a Berna
RSI Info 01.07.2022, 14:43
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