Svizzera

Ferrovia, i 16,4 miliardi nei prossimi 4 anni sono realtà

Dopo il Nazionale a settembre, anche gli Stati hanno approvato il credito di due miliardi di franchi superiore a quello attuale e di 1,3 miliardi rispetto a quanto previsto dal Governo

  • 5 dicembre, 12:51
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“Il credito richiesto è proporzionato e sostenibile”, ha sottolineato la vallesana Marianne Maret a nome della commissione

Di: ATS/dielle 

L’infrastruttura ferroviaria svizzera riceverà 16,4 miliardi di franchi tra il 2025 e il 2028. Lo ha deciso oggi (giovedì) all’unanimità il Consiglio degli Stati, dopo che il Nazionale aveva a sua volta approvato il credito lo scorso settembre.

La somma stanziata è di circa 2 miliardi superiore rispetto a quella relativa al periodo attuale e di 1,3 miliardi rispetto a quanto proposto dal Consiglio federale durante la consultazione. L’incremento, oltre a compensare il rincaro, garantirà alle ferrovie anche la disponibilità di più fondi in termini reali. Sarà così possibile attuare, tra l’altro, i progetti per l’accesso senza barriere delle persone con disabilità già pronti per la realizzazione.

Tenendo conto dello stato dell’infrastruttura, ritenuto buono, “il credito richiesto è proporzionato e sostenibile”, ha sottolineato Marianne Maret (Centro/VS) a nome della commissione. Le spese sono finanziate interamente tramite il Fondo per l’infrastruttura ferroviaria della Confederazione.

Nell’ambito dello stesso progetto, il Consiglio nazionale ha anche approvato un secondo decreto che libera un credito d’impegno di 185 milioni di franchi per contributi d’investimento a favore di impianti per il traffico merci privati negli anni 2025-2028 con il quale intende proseguire il promovimento del traffico merci su rotaia e del trasferimento del traffico merci attraverso le Alpi. Il finanziamento è garantito da proventi dell’imposta sugli oli minerali e da ulteriori mezzi a destinazione vincolata.

Infine, il credito quadro per contributi d’investimento a favore di impianti per il traffico merci privato sarà prolungato di due anni, fino a fine 2026, affinché i grandi progetti previsti al momento della sua definizione che hanno subito ritardi possano essere comunque finanziati.

Non essendoci divergenze tra i due rami del Parlamento, i tre decreti federali discussi sono definitivamente adottati.

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