Svizzera

Fondi esteri per i luoghi di culto, il Nazionale vuole regole

I parlamentari vogliono che il finanziamento dall’estero sia soggetto a un chiaro quadro legislativo - Preoccupazione per la diffusione di idee estremiste e violente

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Imam dall'estero, servono più regole

Telegiornale 12.09.2024, 20:00

Di: ats/TG/RSI Info

Il finanziamento estero dei luoghi di culto e degli istituti di formazione deve essere regolamentato, per evitare che ideologie estremiste, inneggianti alla violenza o contrarie ai diritti fondamentali siano diffuse in Svizzera. Il Consiglio nazionale ha adottato giovedì quasi all’unanimità un postulato che chiede al Governo di redigere un rapporto che presenti quali strade si possono intraprendere in tal senso.

“Un fenomeno problematico”

Jacqueline de Quattro (PLR/GE), intervenendo a nome della commissione preparatoria, ha sottolineato quanto sia problematico questo fenomeno. Le condizioni di ammissione delle persone che lavorano in queste strutture non sono sufficienti a prevenire la diffusione di idee estremiste. Fabian Molina (PS/ZH) ha da parte sua fatto notare che l’autorità religiosa Diyanet, ad esempio, è il braccio armato della politica estera aggressiva perseguita dal presidente turco. Prescrive agli imam di tutto il mondo di giustificare le guerre di aggressione della Turchia contro i vicini Iraq e Siria o, più recentemente, il terrorismo di Hamas. La situazione non è molto migliore quando si tratta per esempio del salafismo ultraconservatore finanziato dall’Arabia Saudita.

Uno dei problemi maggiori è rappresentato dall’educazione religiosa finanziata dall’estero. Essa dovrebbe essere soggetta a condizioni, ha aggiunto de Quattro, ricordando che rappresenta “il modo migliore per gli estremisti di diffondere la propaganda che incita all’odio”.

Per il Governo possono bastare gli strumenti attuali

Il Consiglio federale ritiene che un inasprimento delle disposizioni in materia di trasparenza sarebbe più sensato. I servizi segreti dovrebbero inoltre avere più spazio di manovra con la revisione della legge, ha sottolineato il ministro di giustizia e polizia Beat Jans.

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