Sono un'ottantina i soggetti che rappresentano un rischio legato al terrorismo non necessariamente di matrice islamista, registrati in novembre dal Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC). Lo scorso maggio i casi erano circa 90. Il numero dei viaggiatori con finalità jihadiste partiti dal paese, che sono stati o sono attualmente in zone di conflitto, invece si è stabilizzato a 93. Dal 2012 il monitoraggio online della jihad ha coinvolto 606 persone.
Questi individui "rappresentano un rischio elevato per la sicurezza della Svizzera", indica una nota congiunta del SIC e del Dipartimento federale della difesa. Tra i soggetti pericolosi figurano anche individui che si sono radicalizzati in Svizzera o prima del loro arrivo nella Confederazione, ma che non si sono recati in zone di conflitto.
Le partenze rilevate, dal 2001 a oggi, verso la Siria e l’Iraq sono 78 e altre 15 sono state registrate verso la Somalia, l’Afghanistan e il Pakistan nonché una verso le Filippine. Alcune di queste persone sono ancora sul posto, 33 sono decedute (in 27 casi il decesso è confermato) e altre circolano nelle zone di conflitto. Il totale dei rientri ammonta a 16, di cui 13 casi confermati.