Il Consiglio nazionale - con 105 voti contro 77 e 5 astenuti - è d'accordo di prorogare l'impiego della Swisscoy fino a fine 2023 e di procedere a un aumento degli effettivi fino a 195 uomini, anche se in aula non sono mancate le obiezioni di chi rimette in discussione l'impegno militare svizzero in Kosovo. Il dossier passa ora agli Stati.
Prima della dell'interruzione dei lavori e della deliberazione di dettaglio, la Camera del popolo - con 108 voti a 48 e 30 astenuti - aveva respinto una proposta di non entrata in materia dei Verdi e dei democentristi. Con 102 voti contro 76 e 8 astenuti, il plenum ha inoltre bocciato una proposta di ecologisti e democentristi di rinviare il progetto al Consiglio federale, al fine di ritirare tutta la Swisscoy entro fine 2020.
Marionna Schlatter (Verdi/ZH), ha tentato invano di convincere il plenum di trasferire le corrispondenti risorse alla promozione civile della pace, per destinarle a progetti di aiuto allo sviluppo nel paese che Berna è stata fra i primi a riconoscere. La maggioranza, ha sottolineato François Pointet (PVL/VD) a nome della commissione, ritiene che la situazione politica e di sicurezza in Kosovo continui a richiedere la presenza della Forza multinazionale per il mantenimento della pace (KFOR) e che l'impiego della Swisscoy sia ragionevole, necessario e non ponga problemi dal profilo del diritto della neutralità.
Il deterioramento delle relazioni tra Belgrado e Pristina avvenuto negli ultimi anni ha determinato, secondo la consigliera federale Viola Amherd, una recrudescenza delle tensioni e degli incidenti provocati da entrambe le parti potrebbero avere conseguenze immediate sulla Svizzera, in particolare dal punto di vista migratorio. E già nella Confederazione vive una consistente comunità kosovara.
RG 12.30 del 04.06.2020 Il reportage di Gian Paolo Driussi
RSI Info 04.06.2020, 18:30
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La storia della missione
Negli ultimi vent'anni, 650 donne e 8'500 uomini hanno prestato servizio per Swisscoy in Kosovo. Il primo impiego di soldati svizzeri nell'ex provincia serba risale a vent'anni fa. Il 23 giugno 1999 - due settimane dopo la fine della guerra tra la Serbia e il Kosovo che provocò 12'000 morti e 800'000 rifugiati - il Consiglio federale decise di partecipare militarmente con un contingente svizzero alla KFOR guidata dalla NATO. Quale base giuridica fu invocata la risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Solo nel 2002, dopo una modifica della legge militare, venne dispiegato in Kosovo un primo contingente di fanteria armato, che partecipò ad interventi di pattugliamento, sorveglianza dei convogli e messa in sicurezza. Fu ritirato dieci anni più tardi e da allora Swisscoy si è concentrata sempre più su operazioni di monitoraggio, trasporto di materiale e sminamento.