Il PPD svizzero dice no all’iniziativa “No Billag” per l’abolizione del canone radiotelevisivo. Il testo su cui il popolo svizzero sarà chiamato a votare il prossimo 4 marzo è stato respinto da 248 dei delegati che si sono riuniti sabato a Berna. I sì sono invece stati 12; 2 gli astenuti.
L’iniziativa minaccia la coesione nazionale, ha dichiarato il presidente del Consiglio nazionale Dominique de Buman, puntando il dito contro lo smantellamento a cui la SSR andrebbe in contro con un eventuale sì all’iniziativa. “Le regioni linguistiche necessitano di un’informazione equilibrata nella propria lingua”, ha affermato.
La commercializzazione del paesaggio mediatico voluta dagli iniziativisti avrebbe pesanti conseguenze, ha aggiunto Buman: "Gli investitori che dispongono di grandi mezzi finanziari - spesso degli stranieri - avrebbero più peso sul mercato svizzero. Essi cercano di imporre i loro interessi. "Non auspico una situazione come quella negli Stati Uniti o in Italia per il nostro Paese".
Persino i giovani che hanno un consumo mediatico differente, vogliono una copertura globale ed equilibrata per l'insieme della Svizzera, ha aggiunto il presidente dei giovani PPD Tino Schneider.
Vane le argomentazioni di Florian Maier, del comitato promotore, il quale sostiene che l’emittente pubblica operi sotto l’influsso della politica e del Consiglio federale.
No all'iniziativa moneta intera
I delegati del PPD raccomandano pure di respingere l'iniziativa "Moneta intera", sul quale il popolo dovrà esprimersi il prossimo 10 giugno.
ATS/ludoC