Il nuovo coronavirus è presente nelle acque di scarico e il suo rilevamento ha avuto successo: anche piccole concentrazioni hanno potuto essere individuate dai ricercatori dei due politecnici svizzeri, che precisano: l'acqua potabile può essere consumata senza alcuna preoccupazione. Sono stati analizzati campioni prelevati a Lugano, Zurigo e Losanna, nelle prime due città risalenti in parte a febbraio, quando sono emersi i primissimi casi di contagio. Già allora il SARS-Cov2 era rintracciabile e questo ha sorpreso i ricercatori.
Trovate tracce sin dai primi giorni di diffusione del contagio
A posteriori dovrebbe essere possibile ricostruire la curva dell'incremento dei casi, ma non il numero preciso di persone infettate, perché la quantità di virus espulsa varia da soggetto a soggetto. Ci vorranno comunque settimane per controllare i 300 campioni congelati attualmente conservati all'EPFL e all'EAWAG, il competente dipartimento dell'ETHZ, campioni che provengono da 12 località diverse, nove delle quali ticinesi.
I ricercatori stanno però lavorando per migliorare il metodo di analisi: lo scopo principale non è infatti retrospettivo, ma di creare un sistema di allarme precoce. Con i campioni di 20 impianti di depurazione ben distribuiti sul territorio nazionale, si possono monitorare le acque reflue di 2,5 milioni di abitanti, spiega l'ingegnere ambientale Christoph Ort. Se analizzati in tempi rapidi, un'eventuale recrudescenza potrebbe essere riconosciuta con un anticipo di circa una settimana rispetto alle statistiche dei contagi ora disponibili.
Notiziario 11.00 del 30.04.2020 Virus nell'acqua
RSI Info 30.04.2020, 13:11
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