Il Consiglio nazionale ha interrotto lunedì sera il dibattito fiume sull'iniziativa dell'UDC contro la libera circolazione delle persone. L’interruzione è stata decisa dalla presidente della Camera, la ticinese Marina Carobbio, alle 21.45 come previsto, quando alla tribuna aveva appena smesso di parlare il 68esimo deputato sugli 80 presenti in lista. Il dibattito e il voto sono stati rimandati al 25 settembre.
RG 07.00 del 17.09.2019 La corrispondenza di Gian Paolo Driussi
RSI Info 17.09.2019, 09:10
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L’UDC ha difeso la sua iniziativa "Per un'immigrazione moderata" davanti alla Camera bassa, mentre tutte le altre forze politiche hanno espresso il loro rifiuto del testo. Se il testo fosse accettato dal popolo, le autorità avrebbero un anno di tempo per negoziare la fine dell'accordo sulla libera circolazione con Bruxelles. Passato infruttuosamente il termine, il Consiglio federale dovrebbe denunciare l'accordo entro un mese.
UDC isolata
Se secondo il consigliere nazionale vodese democentrista Michaël Buffat è giunto il momento di tornare sulla questione della libera circolazione, considerato un esperimento fallito, dall’altra parte le forze politiche hanno unito le forze per difenderla. Secondo loro infatti l'iniziativa non solo metterebbe a repentaglio i posti di lavoro e la tutela dei lavoratori, ma significherebbe anche la fine degli accordi bilaterali.
La fine della libera circolazione sarebbe "fatale per la nostra economia", ha avvertito Isabelle Chevalley dei Verdi liberali, considerato che “grazie a questo accordo, i datori di lavoro possono assumere rapidamente lavoratori qualificati provenienti dall'area UE/AELS”.
Anche secondo la sinistra, per voce della deputata PS Samira Marti (BL), l’accordo ha avuto un impatto positivo sull'economia svizzera ed è un successo per la protezione dei lavoratori: “i salari sono aumentati, mentre la disoccupazione e il lavoro sommerso sono diminuiti”.
Accordi bilaterali in pericolo
Per i consiglieri nazionali contrari all’iniziativa la libera circolazione non presenta solo vantaggi, ma apre anche la porta della Svizzera al mercato europeo. “La denuncia porterebbe alla fine di tutti gli accordi bilaterali I”, ha affermato Matthias Samuel Jauslin (PLR/AG).
“Denunciarli equivarrebbe ad isolare il paese”, ha sottolineato Philipp Matthias Bregy (PPD/VS). “Circa 500'000 svizzeri approfittano anche della libera circolazione per vivere nell'Unione europea”, ha aggiunto Kurt Fluri (PLR/SO).
Immigrazione, UDC isolata
Telegiornale 17.09.2019, 14:30