Svizzera

L’addio di Cirillo e il margine di miglioramento per la Posta

La partenza del direttore generale del Gigante Giallo nei commenti dei consiglieri nazionali Greta Gysin (Verdi) e Alex Farinelli (PLR)

  • Oggi, 19:16
  • Un'ora fa
09:35

Si dimette il direttore della Posta Roberto Cirillo

SEIDISERA 17.01.2025, 18:00

  • keystone
Di: SEIDISERA/sdr 

Le dimissioni di Roberto Cirillo dal gruppo La Posta arrivano in un periodo delicato, con trattative in atto a livello salariale, ma anche trasformazioni e chiusure programmate per il prossimo quadriennio che hanno fatto discutere molto anche alle latitudini ticinesi.

02:37

Dimissioni Cirillo, le reazioni

Telegiornale 17.01.2025, 20:00

Di dimissioni improvvise ha parlato la consigliera nazionale dei Verdi Greta Gysin: “Non ce l’aspettavamo, prendiamo atto di questa partenza” - ha riferito ai microfoni della RSI. “Al momento - ha detto - ci troviamo in una situazione delicata: le trattative salariali sono in un momento di stallo, ci troviamo in una conciliazione. Speriamo che chi seguirà a Cirillo possa migliorare questa situazione”.

Dunque, per taluni vi è ancora molto da fare, mentre a detta di Roberto Cirillo, la Posta oggi è più solida e la crisi di fiducia è stata superata. Ma è davvero così? “Sicuramente l’operato di Cirillo si può forse suddividere in due grossi capitoli” ha commentato il consigliere nazionale PLR Alex Farinelli. “Da un lato è indiscusso che la Posta svizzera come azienda funziona perché tutti riceviamo i suoi servizi, sono servizi di alta qualità. Non costa allo Stato, anzi contribuisce a finanziare altre attività dello Stato, cosa che non è scontata e che non succede in altri paesi e ha saputo e sta affrontando l’ondata di digitalizzazione. Quindi da questo punto di vista l’operato è sicuramente stato positivo”.

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Le dimissioni di Roberto Cirillo

Telegiornale 17.01.2025, 12:30

Per quel che riguarda la comunicazione che sta accompagnando le trasformazioni in atto, i due consiglieri nazionali concordano sul fatta che vi è stata una carenza nei confronti di popolazione e dipendenti. L’ammodernamento in corso, va ricordato, prevede la riduzione di 170 dei circa 800 uffici postali. Per il liberale si poteva fare meglio proprio sul capitolo comunicazione dove, dice, ogni tanto è mancata la sensibilità.

“Non possiamo pretendere dalla Posta che rimanga ferma al palo” afferma Gysin, e il rimprovero è quello di aver fatto questa trasformazione “tenendo troppo poco conto di quelle che sono le esigenze, anche i diritti di chi lavora alla Posta”.

In Ticino è stata proposta la trasformazione di venti filiali e Comuni e cantoni sono stati coinvolti nelle discussioni. Quanto queste dimissioni peseranno su tale progetto? Per Farinelli non peseranno perché la strategia non viene fatta dalla direzione generale, ma dal Consiglio d’amministrazione e dal Consiglio federale. Quello che potrà cambiare, ha argomentato ai microfoni di SEIDISERA, “magari sono le modalità con cui questa strategia viene messa in pratica. Io mi sono reso conto, negli anni, che spesso la popolazione riesce anche a capire certi cambiamenti se questi cambiamenti vengono spiegati nel modo giusto”.

Lapidaria la consigliera nazionale dei Verdi: “Consiglio federale e Parlamento hanno una responsabilità in questo senso: se si vuole mantenere una rete capillare di uffici postali sul territorio, questo ha un costo. Bisogna essere disposti a pagarlo e fino ad oggi la politica ha sempre detto di no”.         

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