Nessuna risposta della FINMA alle tante domande aperte riguardo all'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS: la conferenza stampa prevista da tempo è stata rimandata, visto l'accavallarsi degli ultimi sviluppi. L'autorità di vigilanza dei mercati finanziari ha comunque ugualmente pubblicato il suo rapporto 2022, dal quale si desume che si è occupata giocoforza delle due grandi banche, ma non solo di quelle.
Credit Suisse, la Finma non esclude un'indagine
Telegiornale 26.03.2023, 12:30
In primo piano hanno figurato in particolari i casi Archegos e Greensill. Reprimende sono state inflitte a Credit Suisse (che, come già noto da febbraio 2022, ha "gravemente violato gli obblighi sanciti dal diritto in materia di vigilanza per quanto concerne la gestione dei rischi e l'adeguata organizzazione d'esercizio"), ma cattive nuove emergono pure in relazione a UBS: "Sono emerse considerevoli lacune nella gestione e nel controllo dei rischi", si legge nel rapporto.
"UBS ha avviato intenzionalmente una relazione d'affari con un cliente caratterizzato da una scarsa trasparenza e da una propensione al rischio potenzialmente elevata". E ancora: "le indagini hanno altresì portato alla luce una valutazione fallace dei rischi dei clienti e dei relativi portafogli, nonché notevoli carenze a livello di modelli e metodologie dei rischi".
La FINMA si è comunque occupata anche di altro. Ha in particolare concentrato la propria attività sulle ripercussioni della guerra in Ucraina per la piazza finanziaria elvetica, intensificando la vigilanza delle sanzioni anti-russe "presso una buona dozzina di istituti". I funzionari bernesi hanno pure seguito il mercato delle criptovalute e hanno affrontato quasi 1'700 domande di autorizzazione come gestore patrimoniale o trustee.
Per quanto concerne l'applicazione del diritto (l'autorità usa il termine inglese di "enforcement"), nel 2022 la FINMA ha effettuato più di 850 accertamenti (2021: 763) e concluso 39 procedimenti (2021: 34) nei confronti di società e persone. Il numero delle indagini è dunque aumentato di più del 10% rispetto all'anno precedente. In crescita sono risultati anche i costi di gestione (+7 milioni a 133 milioni) e il numero dei posti di lavoro (+4% a 539).