La Limmat verde l'avete vista tutti, le immagini dell'acqua colorata hanno fatto il giro del mondo. L'effetto è durato qualche minuto, poi è svanito. Molto più duraturo, invece, è il problema del riscaldamento globale, ciò contro cui lottano gli attivisti di Extinction Rebellion, giovane gruppo nato a Londra nell'ottobre 2018 e che in breve tempo ha messo radici anche in Svizzera.
"Il movimento si è diffuso alle nostre latitudini molto rapidamente. Ora si contano una decina di gruppi in altrettante città svizzere", racconta Anaïs Tilquin, un'esponente della sezione zurighese. Nello specifico, Extinction Rebellion è presente a Berna, Bienne, Friburgo, Ginevra, nel Giura, Losanna, Lucerna, Neuchâtel, San Gallo, in Vallese, Yverdon-les-Bains, Zurigo e Zugo. Esclusa per ora la Svizzera italiana, "anche se ci sono parecchi ticinesi in diversi gruppi nazionali".
Sono sostanzialmente tre le rivendicazioni dei "ribelli":
Il Governo dica la verità sul clima e sulla più ampia emergenza ecologica. Deve inoltre abbandonare le attuali politiche inconsistenti e lavorare a fianco dei media per comunicare con i cittadini.
Il Governo metta in atto misure politiche legalmente vincolanti per ridurre le emissioni di carbonio a zero entro il 2025.
Se la prima e la seconda richiesta non potranno essere soddisfatte all’interno del sistema attuale, questo deve essere cambiato.
Disobbedienza civile
La strada scelta per raggiungere questi obiettivi, sembra essere una sola: "Le tempistiche politiche sono troppo lunghe, la disobbedienza civile ci pare quindi l'ultima risorsa rimasta". Questa consiste nel bloccare strade, ponti e incroci con il fine di "appropriarsi dello spazio pubblico e interrompere la collaborazione con le autorità". Un modo di agire che può avere anche delle conseguenze estreme: "Molti di noi sono disposti a farsi arrestare, perché siamo in una situazione dove l'alternativa è perdere tutto quello che abbiamo". Il movimento rivendica una filosofia totalmente non violenta che si ispira a grandi figure come Martin Luther King e Gandhi.
Nel mese di settembre, Extinction Rebellion si è contraddistinta per nove manifestazioni in diverse località elvetiche. Malgrado alcuni disagi alla circolazione, gli organizzatori assicurano di essere stati ben accolti sia dalla popolazione, sia dalla forze dell'ordine: "Capiscono quello che facciamo, sono persone come noi e hanno anche loro paura del futuro".
Gli attivisti stanno già pianificando le prossime mosse: a partire dal 7 ottobre è prevista una mobilitazione a livello mondiale. "Finché il problema persisterà, noi non ce ne andremo", conclude la giovane.