Svizzera

L'assassinio di Seefeld in aula

Due imputati, uno svizzero e un lituano, per l'accoltellamento nel 2016 di un 41enne, una vittima scelta a caso

  • 29.01.2020, 12:30
  • 22.11.2024, 20:04
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"Un piano diabolico": in aula l'assassinio di Seefeld

RSI Info 29.01.2020, 12:11

Di: ATS/SC 

Uno svizzero di 27 anni e un lituano di 38, accusati dell'assassinio di Zurigo-Seefeld, compaiono da oggi, mercoledì, davanti al Tribunale distrettuale di Zurigo. Il primo in aula ha ammesso i fatti, mentre il secondo ha preferito tacere.

Secondo l'atto di accusa si è trattato di un "piano diabolico" architettato dai due mentre si trovavano nel penitenziario Pöschwies di Regensdorf. La vittima, un 41enne, fu pugnalata a morte il 30 giugno 2016 mentre si trovava seduta in pausa pranzo. Il più giovane degli accusati agì durante un congedo dal carcere, accoltellando una vittima scelta a caso. Il 27enne si rese poi irreperibile e venne rintracciato e arrestato solo sei mesi dopo quando comprò illegalmente un'arma in rete.

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RG 12.30 del 29.01.2020 Il servizio di Anna Maria Nunzi

RSI Info 29.01.2020, 13:48

Due giorni prima del delitto, una lettera anonima era stata indirizzata a un deputato al Gran consiglio di Zurigo, in cui si chiedeva la liberazione del lituano. In caso contrario ci sarebbero stati dei morti.

La pubblica accusa chiede per entrambi gli imputati la detenzione a vita e la misura dell'internamento. Il lituano, ritenuto la mente, dovrebbe inoltre venire espulso dalla Svizzera per 15 anni. Mercoledì, durante il processo, sono arrivate anche le richieste delle difese: per lo svizzero il difensore ha chiesto 12 anni per omicidio colposo senza internamento, mentre il legale del lituano ha chiesto l'assoluzione completa da tutte le accuse, contestando la complicità dei due, oltre a un risarcimento per l'ingiusta carcerazione. La sentenza è attesa per giovedì.

Il collegamento ticinese

Soltanto dopo l'assassinio la polizia fece invece sapere di essere alla ricerca del detenuto che non era ritornato nel penitenziario, dove si trovava dal 2014 per scontare una condanna a cinque anni e mezzo per lesioni personali, tentata estorsione e sequestro di persona. Anche il lituano non era nuovo ai ricatti: stava scontando una condanna a 8 anni di carcere per avere ricattato l'industriale Thomas Schmidheiny e le autorità di Zurigo: nell'estate 2012 spedì alle autorità cittadine diverse lettere in cui chiedeva di farsi consegnare 100 milioni di franchi, minacciando in caso contrario di far esplodere delle bombe all'interno di scuole, asili o all'aeroporto di Kloten.

Dopo il rinvio a giudizio si è inoltre appreso che il 27enne si recò dopo il delitto sull'Alpe Arena, in Val Vergeletto. Al momento dell'arresto fu infatti trovato in possesso di un capo d'abbigliamento appartenuto a Nikola Hadziev, il bracciante macedone che vi lavorava in nero di cui si erano perse le tracce il 10 luglio 2016. Ad Hadziev apparteneva il femore trovato il 9 agosto successivo in Val Vergeletto. In Ticino l'inchiesta sul ritrovamento dei resti umani è stata archiviata nell'ottobre 2017 con un decreto d'abbandono e la conclusione che Hadziev morì per sfinimento. Verosimilmente, il giovane accoltellatore giunse in Ticino solo in seguito.

29.01.2020: Il processo di Seefeld

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