Sono in programma quest’oggi, lunedì, a 30 anni dallo storico sciopero delle donne, numerose azioni in molte città svizzere per rivendicare aumenti salariali, combattere la riforma dell'AVS e chiedere una migliore protezione contro le violenze sessiste e sessuali.
Il 14 giugno è una data chiave per la parità tra donne e uomini in Svizzera. Nel 1981, la popolazione ha approvato il relativo articolo costituzionale. Nel 1991, dieci anni dopo, mezzo milione di donne in Svizzera hanno incrociato le braccia, guidate dai sindacati al motto "Se le donne vogliono, tutto si ferma". Il 14 giugno di due anni fa, le donne sono tornate in strada in molte città elvetiche per rivendicare i loro diritti.
I principali raduni sono previsti alle 18.00 nelle grandi città della Confederazione. Altro momento saliente della giornata è in programma alle 15.19: è a quell'ora infatti che, in base alle statistiche sul divario salariale, le donne cessano di essere rimunerate rispetto agli uomini. "Tale ora simbolica è passata dalle 15.24 lo scorso anno alle 15.19. La disparità salariale è quindi aumentata, in particolare a causa della crisi del coronavirus che ha avuto un impatto maggiore sul lavoro delle donne", ha spiegato all’agenzia Keystone-ATS Tamara Knezevic, militante dello Sciopero delle donne e segretaria sindacale a Unia Vaud.
ATS/Swing