Il Consiglio federale sta valutando l'ipotesi di un piano di salvataggio da far scattare in caso di necessità per soccorrere le aziende elettriche di importanza sistemica e garantire così l'approvvigionamento del Paese. Si tratta di un numero ridotto di società con forti legami internazionali. La decisione è stata presa nella seduta di mercoledì.
Dalla fine dello scorso anno, i mercati dell'energia hanno fatto registrare forti impennate dei prezzi, scrive il Governo giovedì, e la guerra in Ucraina non ha fatto che acuire questa tendenza. Le società del settore hanno quindi bisogno di maggiori mezzi finanziari per assicurare le loro prestazioni. Se la liquidità dovesse venir meno, la sicurezza delle forniture di elettricità sarebbe in pericolo e si innescherebbe una reazione a catena. "Il sistema potrebbe arrivare vicino al crollo", ha detto in conferenza stampa la responsabile del Dipartimento dell'ambiante, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni, Simonetta Sommaruga. "Vogliamo essere pronti per il worst case", il caso peggiore, ha dichiarato la consigliera federale.
L'ammontare a disposizione per lo "scudo" resta da stabilire: Sommaruga ha spiegato che potrà situarsi fra i 5 e i 10 miliardi di franchi.
Sono comunque le interessate a dover agire per prime, la Confederazione interverrebbe con aiuti solo in seconda battuta e a condizioni severe (fra cui il divieto di distribuire dividendi in seguito). Il pacchetto di misure avrebbe durata limitata.
Sul lungo periodo sono poi previsti altri provvedimenti per rafforzare il settore. Anche la forma esatta del provvedimento è ancora oggetto di discussione. Si prevede una procedura di consultazione che coinvolga i principali attori. Una legge dovrebbe essere discussa dalle Camere già nella sessione estiva ed entrare in vigore urgentemente.
Guerra e energia
Modem 06.04.2022, 08:30
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