Svizzera

Non più prigione, ma un centro per minorenni condannate

Inaugurata a Friburgo la struttura “Time Out” per ragazze dai 14 ai 18 anni sottoposte a internamento - A seguirle operatori sociali e insegnanti per un graduale reinserimento

  • Ieri, 05:47
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Nel canton Friburgo la prima struttura chiusa per ragazze minorenni condannate

SEIDISERA 22.08.2024, 18:12

  • timeout.ch
Di: SEIDISERA/RSI Info

Nel canton Friburgo è stata inaugurata giovedì la prima struttura chiusa destinata a ragazze minorenni sottoposte a misure di internamento decise da un tribunale. Fino ad ora, una struttura simile esisteva solo nella Svizzera tedesca, mentre per i ragazzi era già operativo il centro educativo di Pramon, nel Vallese.

Il centro, chiamato Time Out, offrirà quattro posti per ragazze di età compresa tra i 14 e i 18 anni, con un internamento che potrà durare fino a 18 mesi. La giudice dei minori di Friburgo, Sandrine Boillat Zaugg, ha spiegato l’importanza di questa iniziativa: “Fino ad oggi, le ragazze ritenute potenzialmente pericolose venivano mandate in prigione perché scappavano dai foyer aperti. La nuova struttura permetterà di offrire loro un ambiente chiuso, ma orientato al recupero”.

La creazione della struttura era prevista da tempo nell’ambito del diritto penale minorile e risponde a una necessità sentita nei cantoni latini, compresi quelli romandi e il Ticino. Attualmente, due ragazze di 17 anni hanno già iniziato il loro percorso all’interno della struttura. “Siamo ancora in una fase sperimentale,” ha dichiarato Crystel Brunisholz, responsabile del centro, “e monitoreremo attentamente il loro progresso”.

Il percorso di recupero prevede una prima fase di sei settimane durante la quale le ragazze non potranno uscire dal perimetro del centro. Al termine di questo periodo, sarà il giudice a valutare se concedere un regime più flessibile, basato sulle osservazioni del personale. Le attività esterne, come visite a musei o passeggiate nella natura, saranno possibili solo sotto stretta sorveglianza.

Nonostante la somiglianza delle camere a celle, Brunisholz ha sottolineato che il personale del centro non è carcerario. “Il nostro team è composto da educatori, insegnanti, psicologi e terapeuti. L’obiettivo è di accompagnare queste giovani verso un graduale reinserimento nella società, passando da un regime chiuso a uno più aperto”.

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