Non sussistono più motivi per i quali la Svizzera debba figurare sulla lista dei paradisi fiscali stilata dall'Italia nel 1999, ritiene il Governo che, giovedì, ha risposto alla relativa interpellanza presentata dal consigliere nazionale liberal-radicale Giovanni Merlini.
A detta dell'Esecutivo, quest'elenco non ha comunque alcuna ripercussione diretta sulle imprese elvetiche che intendono investire oltreconfine. E' però importante, si legge nel riscontro, continuare ad adoperarsi affinché la Confederazione venga cancellata dalla tabella. Se gli sforzi non dessero risultati, si valuteranno misure "in linea con gli impegni internazionali" elvetici.
Si ricorda, per l'occasione, che la tabella di marcia sottoscritta da Berna e Roma nel 2015 prevede un impegno politico per la prosecuzione del dialogo sulle questioni finanziarie e fiscali. Tra gli obbiettivi figurano il rafforzamento della cooperazione, il miglioramento dei rapporti e lo sviluppo delle relazioni economiche in un clima costruttivo.
ATS/dg