“La cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024 si farà sulla Senna, la sicurezza è massima e lo consente”. Fuga ogni dubbio il direttore esecutivo dei Giochi Olimpici Christophe Dubi, che in un’intervista esclusiva alla RSI si esprime sul paventato spostamento dell’evento a cui potrebbero partecipare 400’000 persone. Il presidente francese Emmanuel Macron si era detto preoccupato e aveva presentato un piano B lo scorso aprile. Dubi, ai nostri microfoni, si è anche espresso sulle Olimpiadi invernali del 2038 che - salvo sorprese - dovrebbero tenersi in Svizzera, da dove mancano da quasi 100 anni. E ha parlato anche dell’impatto che i cambiamenti climatici potrebbero avere sui giochi invernali.
Christophe Dubi quanto sono a rischio i Giochi Olimpici invernali? Il cambiamento climatico potrebbe avere un impatto per il futuro?
“Per noi e una riflessione a lungo termine. La prima cosa da sottolineare È che ci sono regioni che sono proiettate molto avanti con lo sguardo dei Giochi Olimpici invernali. Questo perché oggi, anche se siamo in una fase di riscaldamento, siamo in grado di proiettarci nel lungo termine. Abbiamo previsioni fino al 2050. E queste ci dicono che ci saranno alcune regioni che rimarranno fino al 2050, in grado di ospitare i Giochi Olimpici sia per quanto riguarda le temperature, che dovranno essere accettabili, sia per le precipitazioni.
Le Alpi sono una di queste regioni in cui ci si può proiettare, ma solo a determinate altitudini, probabilmente sopra i 2000 metri, questo per avere neve di qualità. Tuttavia, sì: il cambiamento climatico rimane una preoccupazione. Ma per noi è anche rassicurante avere ancora Paesi che saranno pronti nel futuro (a ospitare i Giochi, ndr.)”.
Clima, le considerazioni del direttore esecutivo dei Giochi Olimpici, Christophe Dubi
RSI Info 04.05.2024, 09:12
Nel 2038 si parla di organizzare i Giochi Olimpici in Svizzera, è davvero così?
“Il CIO ha preso una decisione nel novembre 2023 che consiste nell’offrire alla Svizzera l’opportunità di decidere fino alla fine del 2027 se ospitare o meno i Giochi Olimpici nel Paese. Il progetto che ci è stato presentato qualche mese fa, era un progetto che utilizzava praticamente tutte le regioni svizzere e ora cercheremo di raggiungere un accordo definitivo”.
Olimpiadi in Svizzera: sì. Ma rispettare i tempi della democrazia
Christophe Dubi, Direttore esecutivo dei Giochi Olimpici
Ma perché il progetto svizzero non è stato accettato nel mese di novembre 2023 ma è stata scelta ancora la Francia nel 2023 e Salt Lake nel 2034, cosa non andava di questo progetto elvetico?
“Non direi che non andava bene il progetto svizzero. Ma ci sono aree di miglioramento delle quali abbiamo discusso. Questo è il motivo per cui le Alpi francesi sono state scelte in quel momento. Nel progetto svizzero, c’erano essenzialmente due elementi di miglioramento. Il primo era l’estrema dispersione. Bisogna raggruppare maggiormente un certo numero di sport per creare dei veri poli olimpici. Ciò che rimane oggi il cuore dei Giochi Olimpici.
E poi, l’altro punto sollevato e che ci ha fatto dubitare, era il sostegno di tutte le autorità a livello comunale, cantonale e federale. Naturalmente c’è stata una manifestazione di interesse che è stata espressa il giorno della decisione del CIO. La consigliera federale Viola Amherd ha parlato, dicendo che la decisione era benvenuta e che potevamo guardare anche al 2038. Ma se si confronta il dossier francese, che è arrivato con un certo numero di garanzie, o almeno promesse di garanzia, notiamo che i francesi hanno proposto un sistema già esistente per Parigi 2024, molto avanzato”.
Quindi ci sta dicendo che la politica svizzera è stata un po’ timida rispetto ad altri?
“Non oserei qualificarla come timida. Tuttavia, i processi decisionali in Svizzera a causa della struttura della nostra democrazia necessitato più tempo. Il che non è un problema, beninteso, bisogna rispettarlo. Ma le preoccupazioni all’epoca, erano che ci potesse essere un referendum. E un referendum per organizzarlo richiede tempo. Abbiamo dunque rispettato questo tempo democratico elvetico”.
Quindi nel 2038 vedremo davvero i Giochi Olimpici in Svizzera?
“Certo, se il sostegno dell’opinione pubblica rimane alto, come lo era nei sondaggi che abbiamo effettuato. E se il sostegno politico rimane alto come è stato espresso in questa prima fase, senza dubbio, troveremo un accordo fino alla fine 2027”.
A Parigi decine di migliaia di agenti garantiranno la sicurezza. È un compito su larga scala, ma la Francia è in grado di affrontarlo
Christophe Dubi, Direttore esecutivo dei Giochi Olimpici
Giochi in Svizzera, le considerazioni del direttore esecutivo dei Giochi Olimpici, Christophe Dubi
RSI Info 04.05.2024, 09:12
Manca poco invece per Parigi che inizierà il 26 luglio. Si sentono in questi giorni anche della preoccupazione legati a possibili attentati. Forse come ha detto il presidente Emmanuel Macron ci potrebbe essere uno spostamento della cerimonia di apertura, c’è preoccupazione da parte sua?
“Dal 2015, da quando ci sono stati gli attentati, la regione di Parigi è sotto pressione e questi Giochi sono stati progettati fin dall’inizio con la massima sicurezza. Quindi, qualsiasi problema che può sorgere, compreso a livello internazionale, e vediamo tutte le tensioni attuali, non cambia fondamentalmente nulla per il sistema di sicurezza. Per questo evento ci si fonda su un concetto basato su un comando unico, il che è molto rassicurante. Inoltre parliamo di un vasto dispiegamento di forze circa 35’000 persone coinvolte quotidianamente. E per quanto riguarda la cerimonia di apertura circa 45’000 persone, con un dispositivo molto sofisticato che consiste nell’isolare la scena. Si tratta di sei chilometri lungo la Senna, nella zona a sud del Louvre sino alla Torre Eiffel. Il concetto è relativamente semplice, le sponde basse, le banchine alte, così come tutti gli edifici adiacenti alla Senna saranno tutti protetti e negli ultimi giorni prima della cerimonia di apertura, chiunque entri in questa zona sarà controllato. È complicato? Certamente. È su larga scala? Senza dubbio. Le forze di sicurezza francesi sono in grado di fare questo? Questo è garantito”.
Quindi ci sta dicendo che si farà sulla Senna la cerimonia di apertura?
“Sì, la decisione è presa, sarà fatta sulla Senna senza alcun dubbio.”
Cerimonia a Parigi, le considerazioni del direttore esecutivo dei Giochi Olimpici, Christophe Dubi
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Intervista Christophe Duby, direttore Giochi Olimpici
Falò 02.05.2024, 22:00