La Svizzera e la Cina hanno deciso di avviare discussioni per una modernizzazione dell’accordo di libero scambio firmato dieci anni fa. E’ il principale risultato della visita di due giorni del consigliere federale Guy Parmelin a Pechino, dove ha incontrato - tra gli altri - il suo omologo cinese Wang Wentao, ministro del commercio.
I colloqui inizieranno quando le Camere federali avranno dato il loro benestare. La Cina è il terzo partner commerciale della Svizzera, dopo Unione europea e Stati Uniti. Nel 2023 le imprese rossocrociate hanno esportato merci per 40,6 miliardi di franchi, mentre le importazioni dalla Cina ammontano a 18,4 miliardi (dati forniti dalla Seco).
La controparte cinese ha detto di sperare che la Svizzera continuerà ad aderire al libero commercio, opponendosi al protezionismo e all’unilateralismo.
La visita elvetica giunge in un momento di difficoltà per l’economia cinese e di tensione nelle relazioni con UE e Stati Uniti, sia sul piano politico che su quello commerciale. Washington e Bruxelles accusano Pechino, tra le altre cose, di concorrenza sleale nel campo della produzione di automobili elettriche e dei suoi componenti (batterie, in primis) ed hanno deciso misure di protezione.
La Cina respinge le accuse e minaccia a sua volta misure di ritorsione se verrà esclusa dai mercati occidentali. La partita rischia di complicarsi ulteriormente se alla Casa Bianca, in novembre, dovesse ritornare Donald Trump.