La 13esima AVS sarà versata in un solo colpo, una volta all’anno in dicembre a tutti i beneficiari, e il finanziamento sarà assicurato attraverso un prelievo maggiorato sui salari e, eventualmente, con un aumento dell’IVA. Malgrado le critiche già ricevute, il Consiglio federale non ha ritoccato il proprio progetto, posto in consultazione da oggi, mercoledì, fino al 5 luglio.
L’iniziativa dell’Unione sindacale svizzera che chiedeva il versamento di una mensilità supplementare da parte dell’Assicurazione vecchiaia e superstiti era stata accolta il 3 marzo. La sua applicazione è prevista dal 2026 e i costi stimati in 4,7 miliardi nel 2030.
Proposte due varianti
Le opzioni sul tavolo per il finanziamento sono due: dal 2026 i prelievi sui salari dovrebbero essere ritoccati di 0,8 punti percentuali. In alternativa, di soli 0,5 punti in parallelo a un incremento dell’IVA di 0,4 punti. Nel 2023 la prima variante avrebbe generato 3,8 miliardi, la seconda 3,9 (2,4 + 1,5).
Senza entrate supplementari, spiega il Consiglio federale, le casse dell’AVS si troverebbero presto in difficoltà a causa delle maggiori uscite.
Le casse pubbliche soffrono, la Confederazione contribuirà di meno
Per non gravare ulteriormente sul bilancio dello Stato, però, la Confederazione si assumerà in futuro solo il 18,7% delle spese dell’AVS e non più il 20,2% come ora. In questo modo, spiega un comunicato, la cifra sborsata rimarrà pressoché identica nonostante l’introduzione della 13esima (attualmente è di 11 miliardi di franchi annui). Questa proposta genera tuttavia un ulteriore fabbisogno per sostenere la mensilità supplementare. Anche qui le varianti proposte sono due: la prima di andare a intaccare semplicemente il patrimonio dell’AVS, la seconda di ricorrere a una delle due formule precedenti: o con un ulteriore ritocco delle detrazioni salariali (altri 0,2 punti percentuali) o con una combinazione fra queste e IVA (rispettivamente 0,1 e 0,2 punti in più).
La strategia di finanziamento non aveva convinto la Commissione della sicurezza sociale del Consiglio nazionale, che avrebbe preferito attendere la prossima vasta riforma dell’AVS per determinare gli aspetti finanziari. Il Governo prevede di metterla in cantiere per il 2030.
Il Parlamento dovrebbe abbordare il dossier già autunno. I tempi per arrivare a un’applicazione nel 2026 sono stretti, ricorda il Governo.
RG 12.30 del 17.05.2024 - Il servizio di Aron Guidotti
RSI Info 17.05.2024, 14:08